hamerHo concluso domenica scorsa il ciclo di 5 giornate di approfondimento sulle scoperte del Dr.Hamer catalogate sotto il nome depositato di “Nuova Medicina Germanica” o NMG con il naturopata Adriano Buranello; ne avevo già scritto qui, qui e qui, ad esempio.

Sento il desiderio di riportare, come un messaggio in una bottiglia che arriverà a destinazione, o a molte destinazioni, chissà quando, chissà dove, una sintesi di quello che mi hanno lasciato.

Innanzitutto va detto che la conoscenza approfondita della anatomia, fisiologia e patologia umana porta ulteriori conferme alla completezza ed esaustività (e quindi validità) di queste scoperte. Non ne avevo certo bisogno, l’ho sentita subito vera, ma scoprirne l’organicità e il livello di dettaglio mi ha impressionato. Forse (anzi, senza forse) il corso era un po’ troppo spinto per chi, come me, non ha nessuna intenzione nè di cambiare mestiere e diventare praticante naturopata, nè di imparare una teoria per poi poterla applicare il “fai-da-te“. Ci sono gli specialisti, ed è giusto rivolgersi a loro quando ce n’è bisogno.

Nonostante questo sono ugualmente contento di aver fatto questo corso perchè mi ha rafforzato in alcune convinzioni che già avevo e sentivo in forma un po’ embrionale, indistinta, con le quali mi ritrovo a perfezione e perfettamente a mio agio nella mia visione cristiana della vita. Cercando una regola generale, una chiave passe-partout per stare in salute, mi sono reso conto che il vero credente, che si abbandona con fiducia cieca nelle mani dell’Amore di Dio è il più protetto contro le malattie. Se infatti ogni malattia deriva da un conflitto, quale atteggiamento migliore del credente fiducioso che, certo della bontà del Padre, non si lascia turbare da nessun evento? Perdi una eredità? Ci sono cose più importanti. Il vicino di casa ti opprime? Amalo e sta in pace. Ti tolgono spazio al lavoro? Ma il tuo spazio è il mondo, anzi, l’Universo, cosa ti può mancare?

Quindi se, come dice Hamer, i conflitti vanno risolti… ieri, cosa c’è di meglio di questo atteggiamento di fede e di abbandono?

In secondo luogo, visto che non tutti i conflitti si possono evitare, la conoscenza (preventiva!!!! Deve essere preventiva!!!) dei meccanismi biologici e delle 5 leggi serve, a sua volta, per accettare il processo (che a questo punto non etichetteremo più con il termine con l’accezione negativa di malattia) sapendo che, lungi dall’essere un nemico da combattere, è un processo alleato prezioso che la Natura ha previsto per noi, non contro di noi. Anche l’etichettatura, dare un nome alla malattia ha un effetto negativo: si dà dignità di “essere” e quindi di avversario (un male “cattivo“…) a qualcosa che in realtà è semplicemente un sintomo facente parte di un processo biologico utile e sensato. Quindi: no nomi!

Per concludere, la conoscenza della NMG dovrebbe secondo me essere insegnata alle scuole medie come materia obbligatoria.

Ma forse poi le case farmaceutiche e buona parte della classe medica dovrebbero trovare un altro lavoro… o un modo migliore di fare il loro lavoro!