silvan

Come fanno i maghi a compiere i loro incredibili numeri?

Semplice: attirano l’attenzione su qualcosa che non c’entra nulla (ad esempio la mano destra che volteggia in aria, sulla quale concentrano il loro e il vostro sguardo e la vostra attenzione), mentre le cose vere accadono da un’altra parte (ad esempio nella mano sinistra nascosta che sta facendo qualcos’altro). Il novello primo ministro sembra avere appreso benissimo la lezione, anche se si tratta di numeri, un ambito dove – apparentemente – la realtà oggettiva è difficilmente manipolabile. Anche qui, l’importante, è attirare l’attenzione verso qualcosa che sia di scarsa o nessuna importanza. e, coerente con la sua strategia, sta lanciando un’iniziativa ad alto impatto di popolarità: “Dite la vostra! Dite dove si può risparmiare, via web (così le cose si possono tranquillamente mascherare)”

In contemporanea ha lanciato una serie di iniziative, anche queste ad alto impatto emotivo e nessuno – o quasi – effetto pratico. Prendiamo il DEF: su cosa attirano la nostra attenzione? Un sacco di “buone” intenzioni e nobili decisioni:

  • 80 euro in più in busta paga per i lavoratori (prontamente annullati dall’eliminazione delle detrazioni per coniuge a carico, ma lasciamo stare);
  • limitazione degli stipendi per manager pubblici, stop agli enti inutili (questa la sento da almeno 20 anni!);
  • fra l’altro, anche manovre che sono vere e proprie opere di prestigio: cito ad esempio, dal sito de La Stampa: “- DEBITI DELLA P.A.: Si punta ad accelerare il pagamento dei debiti… Dai loro pagamenti lo Stato incasserà un miliardo in più di Iva”: un capolavoro di contorsionismo lessicale che tradotto in parole povere si legge così: siccome io ti pagherò i miei debiti, io metto l’IVA che io ti pagherò (e che incasserò, perchè io sono lo stato) fra le mie entrate. Pazzesco!

++ Renzi: decreto Irpef venerdì 18 aprile ++

Ma perchè stiamo sempre a criticare, dirà qualcuno? Non potremmo apprezzare la buona volontà dell’ex sindaco di Firenze, e dargli fiducia (“Lasciatelo lavorare“, come dice qualcuno)? No, perchè, come un bravo prestidigitatore lui attira l’attenzione su aspetti secondari.

Ho trovato questo articolo sul blog de IlSole24Ore che, seppur datato, fa una analisi oggettiva delle spese dello stato a partire da documenti ufficiali governativi. Di bello c’è che l’autore, a partire da quei dati ha prodotto un file excel, scaricabile e sul quale ho fatto un paio di considerazioni.

Siamo di solito portati a pensare che le spese dello stato, quelle per cui tutti noi paghiamole tasse, siano dovute principalmente, se non esclusivamente, ai servizi: sanità, scuole, strade, pubblica sicurezza… ora, andate a vedere la quota percentuale sul totale della spesa dello stato (oltre 700 miliardi). Nonostante non tutte le voci siano chiare, salta agli occhi come quelle che secondo noi dovrebbero essere le spese “principali” o portanti, sono in realtà le briciole. Esempio:

  • Istruzione: 5% del bilancio.
  • Giustizia: 0,98% del bilancio.
  • Difesa: 2,47% (anche troppo, oserei dire…)
Appare invece evidente come la parte del leone (40,93%) la faccia la voce “debito pubblico” (nelle sue varie forme), a cui segue un “relazioni finanziarie con le autonomie territoriali” (che siano i finanziamenti alle regioni autonome?) con un 15,18%, e solo al terzo posto, con un 10,73%, la prima voce “vera“, cioè “Politiche previdenziali”. Perchè vera? Perchè, conoscendo il meccanismo di creazione del denaro, e sapendo che l’Italia non ha la sovranità monetaria, si capisce come tutto ciò che attiene alla gestione moetaria del debito e dei trasferimenti sia solamente un gigantesco imbroglio (cercate la sezione “signoraggio” su queste pagine).

Quindi, tutte le iniziative prese da questo DEF (…) sono una lucciola per le allodole per far sì che fissino lo sguardo sulla mano che finge di fare qualcosa e trascurare il vero, grande problema che affligge la noosra società e la nostra economia: la schiavitù eterna derivante da una moneta emessa a debito da privati.

Checchè se ne dica, tutti gli altri problemi di micro e macroeconomia, e di politiche economiche, e di bilancio, non verranno mai risolti, nè con austerity nè con spendig review se non si metterà mano a questo unico, gigantesco probema. Come dico di solito nelle conferenze: non si vince una partita di calcio giocando contro l’arbitro. Contro l’arbitro si perde sempre. A meno che non si cambino le regole del gioco.

 

spese pubbliche 2011 tabella

 

spese pubbliche 2011