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In un discorso famoso Silvano Agosti dice che siamo come prigionieri che, a forza di cercare di abbellire la nostra cella per rendere meno pesante la prigionìa, ci siamo affezionati, e quando ci verranno ad aprire la porta per liberarci, noi diremo: “No grazie, sto bene qui, è questo il mio posto!” Quando sento parlare molte persone in difesa di questo sistema, in difesa dell’Euro, in difesa dell’Europa e di questa organizzazione sociale, mi torna alla mente quell’immagine del regista romano. Ma fino a che non ho “sbobinato” (cioè ascoltato e riascoltato) attentamente la lunga intervista di Nando Ioppolo, non mi era chiarissimo il modo in cui ci avevano convinto che tutte le scelte che si fanno siano un bene per noi.

Il compianto professore, infatti, nella sua intervista, se ne è venuto fuori con una trovata per me geniale: dice ad un certo punto: ma se lei avesse un patrimonio immenso, diciamo 6 miliardi di Euro, quali sarebbero le sue scelte in merito ad alcuni aspetti di politica economica? E poi li elenca, facendo vedere, punto per punto, come tutto quello che si cerca di ottenere, e che ci viene “spacciato” per buono e giusto per il bene comune, non sia in realtà altro che una scelta ad uso e consumo di una ristrettissima minoranza, diciamo lo 0,1% della popolazione (quindi, per restare in Italia, di 60.000 persone, i cosiddetti “ricchissimi“). Ne ho già parlato nella nota in calce al pezzo: “PD: l’apoteosi della circomvenzione di incapace”, ma volevo approfondire un pochino, secondo me ne vale la pena.

Allora: mettiamo di avere un patrimonio di 6 miliardi, cioè 6 mila milioni di Euro. Quali sarebbero le nostre preferenze i termini di Libera circolazione dei capitali, Deregulation borsistica, Euro forte, imposte, inflazione?

Andiamo per ordine, con un confronto sinottico.

LIBERA CIRCOLAZIONE DI CAPITALI e DEREGULATION (in particolare borsistica ma non solo).

0,1% (miliardario):ottima cosa; mi permette di speculare, spostando capitali, scommettendo su derivati, opzioni, creare CDS e CDO, ecc., per aumentare il mo patrimonio e approfittare di tutte le occasioni di investimento, laddove se ne presenti l’opportunità”.

99,9% (gente normale):Non saprei che farmene; vivo del mio lavoro, e, a dirla tutta, questi giochi pericolosi, quando vanno bene, arricchiscono i soliti noti; se vanno male, vedi MPS o bailout delle banche nel 2008 in America, i costi vengono ripianati dalla collettività. No, grazie, non mi servono, anzi, fosse per me, vieterei tutte le operazioni allo scoperto: vedere denaro, dare cammello. Punto.”

EURO FORTE

0,1% (miliardario): Grazie ad un euro forte posso andare a fare shopping in giro per il mondo, investire e comprare aziende, terreni, ecc. ad una frazione del valore che dovrei sborsare per gli stessi beni qui. Inoltre posso impiegare lavoratori a condizioni sub-umane per pochi spiccioli al mese.

99,9% (gente normale):L’Euro forte ci danneggia. Primo, se anche ogni tanto ci capita di andare all’estero in vacanza, queste sono situazioni eccezionali, che riguardano qualcuno di noi, e per periodi limitati; in realtà l’euro forte penalizza la nostra economia che non riesce ad essere competitiva sui merctai mondiali. E così le ditte chiudono, aumenta la disoccupazione, e l’economia va sempre peggio. E non raccontateci la storiella che i costi per l’energia sarebbero più alti con un Euro debole: primo, l’incidenza del costo dell’energia fra i costi di produzione è bassa (meno del 10% mediamente, secondo, se ci svegliassimo e decidessimo di spingere con maggiore decisione le energie alternative e rinnovabili la nostra civiltà non avrebbe che da beneficiarne, per noi e per le generazioni future”.

TASSE

0,1% (miliardario): “le tasse non piacciono a nessuno, si sa. Più basse sono e meglio è. In particolare quelle sui grandi patrimoni immobiliari, e quelle sulle rendite finanziare (noi mica guadagnamo dal lavoro!)”

99,9% (gente normale): “Le tasse sono così alte perchè le paghiiamo solo noi. Le multinazionali (come scritto qui) riescono a non pagare che una frazione di quello che dovrebbero, grazie alle leggi che gli stati hanno fatto (forse che i politici sono complici dei banchieri e delle multinazionali?); inoltre, se il prelievo fiscale deve essere così alto, è perchè gli stati hanno delegato a delle banche private la produzione di denaro, e si indebitano sempre più. Ma oltretutto, far pagare le tasse a noi è controproducente, perchè viene sottratto denaro al circolo economico, perchè noi non mettiamo da parte quasi niente: per cui ogni aumento nel livello di tassazione si ripercuote in un peggioramento più che proporzionale nell’economia reale. Un cane che si morde la coda che nessun politico pare aver rilevato.”

INFLAZIONE

0,1% (miliardario): “Va combattuta con ogni mezzo: è il male assoluto (e certo, perchè 1) erode gli patrimoni liquidi che ci possiamo permettere di tenere fermi in attesa di opportunità di investimento, e 2) perchè un aumento di inflazione fa comodo, in genere, a chi ha debiti, non a chi presta il denaro. E noi siamo i prestatori!)

99,9% (gente normale): “Vero che per chi ha reddito fisso l’inflazione è una tassa ingiusta e generalizzata. Ma se ricordiamo che il denaro ha due funzioni, quella di mezzo di scambio e quella di mezzo di accumulo, per noi che non accumuliamo (perchè il reddito ci serve per vivere) il denaro vale solo come mezzo di scambio. E in una economia teorica, per chi vive del proprio lavoro, l’inflazione non è un problema: tutto si rapporta alla crescita dei prezzi, e tutto si adegua. L’inflazione è un problema per chi ha più del necessario.”

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Ma se funziona così, come mai siamo tutti (più o meno) strenui difensori proprio di quei principi che invece ci danneggiano tanto? Semplice: si è messo in testa a tutto il concetto di libertà (che è un concetto validissimo) che è stato coniugato, in economia, con deregulation. Non avere regole è bello. Non avere regole è giusto. Non avere regole libera energie, favorisce la crescita. Se questo passa, allora passano anche tutti gli altri: perchè a quel punto, se non passano, chi detiene i capitali (perchè li ha creati dal nulla, non per altri meriti particolari) minaccia: porto via i soldi; farò crollare la borsa; farò crollare l’economia, e via dicendo.

Dov’è l’errore? L’errore sta nella applicazione di un concetto parziale di libertà. Va benissimo libertà, va benissimo deregulation, ma solo se sono altrettanto libero di creare un mio mezzo di scambio, una mia economia parallela. Allora si gioca ad armi pari. Ma con il governo che fa da complice alle banche, e che chiede tasse altissime in Euro, questa libertà non c’è. Fine del gioco.

Non si tratta, quindi, come qualcuno vuol farci credere, di una lotta di classe. Ma di una sottomissione ad un potere che consolida la propria posizione grazie al potere di creare denaro, e cerca complici, alleati fiancheggiatori, ma resta di fatto limitato ad un ristrettissima minoranza. Capirlo, e liberarcene, sarà un tutt’uno.

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Aggiunta del 24/02/14: riprendo da un articolo di Blondet (effedieffe.com) questi due eloquentissimi grafici. rappresentano l’evoluzione del reddito medio, negli ultimi 100 anni, del 99% della popolazione rispetto al più ricco 1% (il primo). Nel secondo si vede il confronto con lo 0,1% e con lo 0,01%. a dimostrazione del fatto che l’avidità è, per alcuni, un compagno di vita insaziabile, che non si ferma neanche di fronte alle miserie di chi rimane senza nulla.

redditi 1 per cento

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