Dopo 7 anni di coma, è morto Ariel Sharon. La cosa ha una certa rilevanza perchè esiste una profezia di un rabbino, tale Yitzhak Kaduri, morto nel 2006 alla veneranda età di 108 anni, che aveva lasciato un messaggio in una busta, da aprirsi un anno dopo la sua morte, nel quale dichiarava che il Messia gli era apparso, che tale Messia era Gesù (Yeshouha), e che il suo ritorno, imminente, sarebbe avvenuto dopo la morte di Sharon. La cosa ha degli aspetti notevoli da un certo punto di vista (un rabbino, oltretutto con la sua fama in Israele, che dichiara che Gesù è il Messia, quel Messia che gli ebrei stanno ancora aspettando, e i cui antenati hanno trattato da delinquente, non riconoscendolo e crocifiggendolo, è una vera e propria bomba), anche se stupisce il fatto che tale Messia annunci la sua imminente venuta (ma come? Nei Vangeli Gesù dice di vegliare, perchè nessuno conosce nè l’ora nè il giorno) e soprattutto lega la sua venuta ad un fatto più o meno secondario, la morte di un uomo che, sarà anche Ariel Sharon, ma è sempre un uomo, e che sarà mai da far sì che il Salvatore aspetti, per delicatezza, la sua morte per ritornare? Comunque, per onore di cronaca, vi riporto sotto il testo integrale di un articolo che riassume lo scenario (*).

Sono naturalmente allergico alle profezie catastrofiste: un po’ perchè nella mia vita ne ho viste molte disattese (da quelle dei testimoni di Geova, a più tornate, a quelle di altr per il 1997, 666 X 3, a quelle sull’anno 2000, a quelle dei Maya per il 2012), ma soprattutto perchè credo che, come la morte, non mi riguardino. Come diceva Seneca: “la morte non mi riguarda: quando ci sono io, non c’è lei. quando c’è lei, non ci sono più io“. Insomma, viviamo ogni giorno come se fosse non l’ultimo, ma l’unico: che di fatto il presente è l’unico tempo che abbiamo a disposizione.

Però per me Sharon è legato ad un ricordo tremendo: il massacro di Sabra e Chatila. E ricordo ancora, e devo dire con riconoscenza, i miei amici palestinesi, vicini di casa, con i quali discutevo, anni fa, e che, con pazienza, senza fretta, mi hanno raccontato la storia del popolo palestinese, a me, convinto sostenitore dell’ “unica democrazia del medio oriente“. Ed in particolare dell’episodio del massacro dei due campi profughi, che poi vidi rappresentato dal film “Valzer con Bashir” e che lessi nei racconti di un giornalista australiano, John Pilger. E la mia posizione cambiò radicalmente, anche grazie alle ottime spiegazioni del giornalista Paolo Rossi in arte Barnard.

No, non sono dispiaciuto che Sharon sia morto. Mi dispiace, non ci riesco proprio. Spero che abbia fatto pace con Dio, in questi anni di coricifssione forzata su un letto di ospedale. E che il male fatto nella sua vita sia almeno utile ad altri per non ripetere le stesse atrocità.

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Che nesso c’è tra l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’ex premier israeliano Ariel Sharon, da diversi anni in coma, la morte del rabbino Yitzhak Kaduri, avvenuta nel 2006, una misteriosa profezia dello stesso rabbino, all’apparenza un bigliettino sgualcito di poche righe, lo scandalo che è montato e sta tornando di attualità proprio in questi giorni nella terra di David tra gli interpreti della Kabbalah e l’arrivo, atteso da secoli, del Messia ebraico?

Il nesso esiste ed è anche di quelli capaci di scatenare una marea di “rumors” sul piano religioso, politico e sociale.
Ma andiamo con ordine.
Poco prima di morire nel 2006, alla veneranda età di 108 anni, il rabbino rabbino Yitzhak Kaduri lasciò, alla sua Sinagoga nel giorno dello Yom Kippur, festività ebraica dell’Espiazione, un foglietto chiuso in una busta. Su sua richiesta, il biglietto doveva essere letto un anno dopo la sua morte.
Ora, prima di svelare il contenuto del messaggio, è necessario definire i contorni della venerata figura del rabbino Kaduri, ritenuto uno dei più importanti rabbini della nazione israeliana.

Yitzhak Kaduri era noto per la sua memoria fotografica e conosceva a memoria l’Antico Testamento, il Talmud, ed altri numerosi scritti ebraici; era carismatico e saggio, considerato dal rabbino capo un Tsadik, un uomo giusto e santo. I suoi seguaci parlano di molti miracoli da lui effettuati ed i suoi studenti sostengono abbia predetto diversi disastri e cataclismi, tra questi lo tsunami che sconvolse l’Oceano indiano nel 2004.
Quando morì, più di duecentomila persone presenziarono al corteo funebre per le strade di Gerusalemme.

Trascorso un anno dalla morte del rabbino, nel 2007, la busta contenente il messaggio del rabbino venne aperta. In essa Rabbi Kaduri affermava di aver incontrato il Messia nel corso di una visione, e che lo stesso Messia sarebbe ritornato poco dopo la morte di Ariel Sharon. Ed ecco il primo nesso. Un “nodo temporale” che starebbe per sciogliersi, considerato l’aggravamento, proprio in queste settimane, delle condizioni di salute dell’ex premier israeliano.

Sin qui, tuttavia, non ci sarebbe nulla di strano. Da un uomo di profonda fede, che per tutta la vita ha seguito i dettami della propria religione, che cosa aspettarsi se non una profezia millenaristica?
Ed effettivamente anche il testo del messaggio non devia di molto da quello che ci si potrebbe attendere: «Quanto all’abbreviazione delle lettere riguardanti il nome del Messia – scrive Kaduri nel bigliettino – , Egli rialzerà il popolo e proverà che la parola e la legge sono validi. Questo ho firmato nel mese della misericordia, Yitzhak Kaduri».

In ebraico ‎ירים העם ויוכיח שדברו ותורתו עומדים il messaggio suonerebbe all’incirca così:
«Yarim Ha’Am Veyokhiakh Shedvaro Vetorato Omdim» ossia, appunto «Egli rialzerà il popolo e proverà che la parola e la legge sono validi».

Lo scandalo tra gli ebrei ortodossi e gli esperti di Kabbalah, non risede tanto nel messaggio, ma nelle iniziali delle parole che formerebbero il nome Yehoshua, di cui Yeshua (Gesù) è una contrazione.
Comprensibile lo sbigottimento dei seguaci del rabbino e delle autorità religiose di Israele; subito gli ebrei ultra-ortodossi dalla Yeshiva Nahalat Yitzhak (seminario) di Gerusalemme si sono premurati di dire che il rabbino kaduri non ha lasciato la soluzione esatta per decodificare il nome del Messia, ma la sequenza delle iniziali era chiaramente visibile nel messaggio.
Per contro, la rivelazione ha ricevuto scarsa copertura nei Media israeliani nel corso del 2007. Solo i siti ebraici Notizie First Class, ed ovviamente, Kaduri.net hanno menzionato la nota sul Messia, insistendo sul fatto che essa fosse autentica. Il quotidiano Ma’ariv ha pubblicato un articolo sulla nota, ma l’ha descritta come un falso.
In un’intervista con “Israele Oggi”, il rabbino David Kaduri, 80, figlio del defunto rabbino Yitzhak Kaduri, ha negato che suo padre avesse lasciato un biglietto con il nome Yeshua poco prima di morire. «Non è la sua scrittura», ha detto quando gli è stata mostrata una copia della nota.
Sempre “Israele Oggi” ha, invece, riportato la testimonianza di due seguaci del rabbino Yitzhak Kaduri che hanno confermato l’autenticità della nota aggiungendo: «Non abbiamo idea di come il rabbino abbia ottenuto il nome del Messia».
Infine lo stesso figlio del rabbino ha dovuto ammettere la veridicità dello scritto, sostenendo che il pericolo era che la gente avrebbe potuto credere che il rabbino stesse parlando del Messia dei cristiani.
David Kaduri ha infine confermato che nel suo ultimo anno suo padre aveva parlato e sognato quasi esclusivamente del Messia e della sua venuta. «Mio padre ha incontrato il Messia in una visione» ha detto, «e gli ha detto che sarebbe venuto presto».

Ora, come è noto, gli ebrei attendono ancora l’arrivo del Messia, non avendo creduto in quello che è poi divenuto “Messia” dei cristiani. La profezia di Kaduri solleva scandalo perchè si sono create chiaramente delle correnti di pensiero contrapposte. Il nome del Messia profetizzato dal rabbino è del tutto simile a quello del Messia cristiano. Che cosa significa? Un secondo avvento come auspicano soprattutto i cristiani occidentali, in particolar modo nord americani, oppure l’avvento messianico ebraico che casualmente porta un nome condiviso (ricordiamo che Yehoshua è un nome comunissimo nell’Antico testamento ed ai tempi del Gesù cristiano)?

Naturalmente l’approssimarsi della dipartita dell’ex primo ministro israeliano Sharon, visto come un “nodo temporale” che si sta sciogliendo, ha riaperto la diatriba ed il presunto “Messia” resterà conteso tra le due grandi religioni monoteiste sino a dopo la morte di Sharon, poi basterà attendere per verificare se il rabbino aveva visto giusto o se si è trattato di un abbaglio senile.