Ricevo dall’amico Francesco e volentieri pubblico.
Approfitto per dire che venerdì sera, grazie alla Francesca Salvador, a Vittorio Veneto ho conosciuto di persona uno dei più bei personaggi della rete, quel Massimo mazzucco dal cui sito, luogocomune.net, ho cominciato a muovere i primi passi nel mondo dell’informazione alternativa (e da cui ho attinto moltissimo). Bella persona, semplice, umile, che riesce anche a scherzare su sè stesso (“se non ho ricevuto nessuna minaccia forse significa che non rompo le scatole a nessuno”) ma dà anche profonde lezioni di saggezza come questa: “Noi che facciamo controinformazione rischiamo di diventare, nostro malgrado, utili al sistema. Eh sì, perchè se uno viene sul nostro sito, si incazza un po’, mette magari qualche “mi piace” qua e là, e poi la mattina dopo tutto continua come prima, siamo serviti solo come valvola -virtuale- di sfogo per una protesta che in questo modo non ha bisogno di esprimersi in altri modi“.
Un grande, decisamente. E il suo ultimo lavoro sull’11/9 un’opera storica che dovrebbe essere fatta vedere in tutte le scuole superiori.
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9/11 UNA VERITA’ ANCORA NASCOSTA
A 12 anni dall’attentato alle torri gemelle spunta un rapporto segreto che potrebbe rivelare nuovi particolari sconvolgenti.
Secondo alcuni documenti vi sarebbero le prove di una complicità dell’Arabia Saudita nell’attacco dell’11 settembre 2001.
Due senatori, il repubblicano Walter Jones e il democratico Stephen Lynch vogliono che siano rese pubbliche 28 pagine censurate del rapporto sull’assalto all’America da parte dei qaedisti.
Una sezione del report che è stata “oscurata” dall’allora presidente Bush per non compromettere le relazioni con un paese alleato e importante partner commerciale.
I congressisti hanno già presentato una risoluzione per costringere Obama a rendere pubblico il rapporto.
In passato sono emerse molte informazioni, confermate dalla Cia, sui rapporti tra funzionari sauditi e alcuni degli attentatori suicidi.
E la stampa statunitense ne ha ricordati diversi. Fahad al Thumairy, impiegato al consolato saudita di Los Angeles, ha coordinato un team che ha accolto Khalid Al Minhdhar e Nawaf al Hazmi, due dei dirottatori del 9/11.
E c’è di più…il principe Bandar, molto amico di Bush, all’epoca ambasciatore a Washington e oggi capo dell’intelligence, ha inviato 130 mila dollari a Osama Bassnan, agente saudita che assisteva i due dirottatori in California.
Un bonifico seguito da altri finanziamenti sempre legati a Riad.
Due senatori, il repubblicano Walter Jones e il democratico Stephen Lynch vogliono che siano rese pubbliche 28 pagine censurate del rapporto sull’assalto all’America da parte dei qaedisti.
Una sezione del report che è stata “oscurata” dall’allora presidente Bush per non compromettere le relazioni con un paese alleato e importante partner commerciale.
I congressisti hanno già presentato una risoluzione per costringere Obama a rendere pubblico il rapporto.
In passato sono emerse molte informazioni, confermate dalla Cia, sui rapporti tra funzionari sauditi e alcuni degli attentatori suicidi.
E la stampa statunitense ne ha ricordati diversi. Fahad al Thumairy, impiegato al consolato saudita di Los Angeles, ha coordinato un team che ha accolto Khalid Al Minhdhar e Nawaf al Hazmi, due dei dirottatori del 9/11.
E c’è di più…il principe Bandar, molto amico di Bush, all’epoca ambasciatore a Washington e oggi capo dell’intelligence, ha inviato 130 mila dollari a Osama Bassnan, agente saudita che assisteva i due dirottatori in California.
Un bonifico seguito da altri finanziamenti sempre legati a Riad.
Non meno interessanti i movimenti di altri emissari sauditi.
Saleh Hussayen era nello stesso hotel di Dulles (Washington) dove alloggiavano i terroristi protagonisti dell’attacco al Pentagono.
Esam Ghazzawi, consigliere di un nipote del re, ha ricevuto nella sua sontuosa residenza di Sarasota (Florida) Mohammed Atta e altri kamikaze.
Due settimane prima dell’11 settembre, il funzionario saudita ha lasciato precipitosamente la residenza, abbandonando auto di lusso e costosi arredamenti.
Due settimane prima dell’11 settembre, il funzionario saudita ha lasciato precipitosamente la residenza, abbandonando auto di lusso e costosi arredamenti.
Ma per il momento questi non sono che particolari se comparati a quelli ancora protetti dal “segreto di stato”.
Ora qualcosa potrebbe cambiare se venissero svelate le verità delle 28 pagine censurate.
Ora qualcosa potrebbe cambiare se venissero svelate le verità delle 28 pagine censurate.
(fonte affaritaliani.it)
Altre fonti Italiane e straniere
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