Siccome sappiamo che è bene tenere gli occhi aperti, e che la storia è maestra di vita, ma solo se la si conosce (non hanno inventato per questo la giornata della memoria?) è bene segnalare che i rischi che si ripeta un altro olocausto sono tutt’altro che remoti. Sì perchè se pensavate che la razza umana si è evoluta, e certe forme di razzismo, odiose, detestabili, non sono più possibili, dovete ricredervi: ci sono ancora, proprio oggi, a fine 2013.
Un sondaggio condotto presso un campione di popolazioone ha evidenziato come il 75% di quella popolazione sia favorevole alla deportazione dei propri connazionali di razza diversa. Sono per una deportazione in un altro stato, siano questi concordi o meno.
E in questo stato, dove esistono già leggi razziali (ma come? Non sono state bandite nel consesso delle nazioni civili? No, purtroppo, nonostante l’esperienza triste del secolo scorso, ci sono ancora!) che discriminano cioè gli individui in base alla razza di appartenenza, queste minoranze sono maltollerate, escluse dalla maggior parte della vita civile e considerate alla stregua di esseri inferiori. Lo so che sembra strano, ma è così. E noi, a memoria di quell’olocausto che avvenne il secolo scorso, dobbiamo tenere alta l’attenzione e impedire che tali semi di odio e di razzismo possano germinare e produrre crimini analoghi.
A proposito, lo stato di cui stiamo parlando è Israele.
Israeli poll: 75 percent favour deporting fellow citizens; Netanyahu favours birth control
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By Zuhair Andrew
A survey conducted by the Israeli Knesset channel shows that 75 percent of Israeli Jews are in favour of deporting Israeli-Arab citizens to a future Palestinian state as part of any deal between the Israeli government and the Palestinian Authority. Almost seven hundred people representing a sample of the Jewish public in Israel were asked if it could be justified to demand the deportation of Arab citizens of the Zionist state as part of a peace agreement with the Palestinians. Twenty-five percent rejected the idea outright; of the 75 percent who agreed with deportation, 28 percent said all Arabs should be deported, 19 percent preferred deportation only from certain areas, while 28 percent said that deportation should be based on a “loyalty test”.
On issues of identity, 50 percent of the Jews surveyed said that they believe that the Arabs in Israel relate first and foremost to Palestinian identity and then identify themselves as Israelis. Forty percent said that Israeli-Arabs relate only to a Palestinian identity, and 1 percent said that they believe that Arab citizens of Israel think of themselves only as Israelis.
The demography of the state of Israel is a major issue and Prime Minister Benjamin Netanyahu regards his Arab citizens as a demographic time bomb. In an effort to boost his popularity ratings while those of his political rivals tumble, Netanyahu has launched a media campaign to convince Israelis of his important role in reducing the birth rate among Israeli-Arabs. He believes that this is essential to preserve Israel as a Jewish state. During interviews with a number of television channels, Netanyahu told viewers that when he was finance minister in the Sharon government (2003 – 2005), he reduced state social security benefits to families with many children in an effort to persuade Israeli-Arabs that there was no financial benefit from having large families and so to cut their birth rate. Netanyahu claims that this was a successful move.
Mah…
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Io…Vero+”Cristiàno”+Verace…ERGO…NON”cretìno”…
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vorrei sì veder un bel dì,una foto come illa di sopra,
ma,dietro il filo spinato…non già degli…”alieni”…
cioè persone di “altra”…Razza,Lingua,Religione…
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bensì quella maledetta mala genìa che vedo in Tele+Visione
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PSEUDO”cristiani”…degenerati,corrotti,debosciati…
che si spacciano per…”repubblicani,laici,democratici”,
pretendendo addirittura di governarci…ipocriti impostori…
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con l’alibi,la scusa del vecchio trucco…”elettorale”…!!!
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Non sono un frequentatore assiduo di questo luogo che gentilmente mi sta ospitando. Noto con molto dispiacere che il Sig. che si firma come ” VVV ” è purtroppo molto ripetitivo. Non vorrei che ” VVV ” stesse per Virus al n° perfetto ! Questo luogo è fatto di gente che si prodiga e che per fortuna crede ancora in qualcosa ( anche nel non ” bannare “, perchè volendo, lo si può fare ). Per chi non lo avesse ancora capito… siamo perfettamente in tema. Tutto dipende da come ci comportiamo. Grazie per l’ ospitalità.
Non sono sicuro che a scuola mi abbiano insegnato veramente come sono andate le cose in passato. Non ho poi le capacita’ e gli studi per indagare personalmente. Credo che ogni epoca abbia un sapere della storia manipolato dalla propaganda e dai vincitori degli ultimi conflitti. Ogni generazione deve fare i conti con la propria esperienza di vita per maturare gli stessi risultati magari gia’ raggiunti dagli antenati: e’ come se la memoria storica fosse molto labile e soggetta ad oblio. Le cose della vita vanno riscoperte ad ogni generazione. Sul tema specifico e’ fuor di dubbio che i sionisti siano razzisti:
http://italian.irib.ir/analisi/articoli/item/134248-il-migliore-dei-non-ebrei-merita-di-essere-ucciso-razzismo-e-rabbinato-contemporaneo
Matteo 24 sperate si realizzi presto se no poveri noi io speriamo che me la cavo
Caro Alberto.
Io credo che ci si debba fermare un attimo e riordinare le idee, partendo innanzitutto dalla ricognizione del significato della parola “razzismo”, e di quello che noi soggettivamente attribuiamo ad essa.
Siamo in un periodo in cui è considerato razzismo tutto e il contrario di tutto, in una confusione totale sull’argomento e sulla parola.
Siamo sicuri di ricordarcene il significato giusto, o vogliamo continuare ad andare a braccio, per istinto, ognuno seguendo la propria personale idea e tirando diritto nel sostenere col paraocchi il proprio punto di vista?
Ora, razzismo è considerare altre razze inferiori, ed in virtù di ciò (e solamente in virtù di ciò) considerarne legittima la discriminazione, nelle idee e nei fatti. Perché ci sia razzismo debbono coesistere entrambi questi elementi, e non può esserci l’uno senza l’altro. Questo e soltanto questo, e non altro, è razzismo.
L’ “altro” è appunto qualcos’altro, che va definito in modo diverso.
Ora. Il razzismo, se ci pensiamo bene, non sarebbe di per sé nulla di orribile, se non avesse assunto la valenza altamente negativa aggiunta dalle persecuzioni e dallo sterminio degli ebrei durante il nazismo. Prova ne sia appunto che a quel tempo se ne parlava senza alcuna vergogna nei giornali o nei trattati accademici, con la massima naturalezza, anche da parte di esimi studiosi. Dunque, il razzismo è semplicemente un’idea, condivisibile o meno, come tante altre. Per me un’idea sbagliata, ma pur sempre un’idea.
Le persecuzioni che da essa sono derivate, come autonoma degenerazione niente affatto necessariamente collegata, sono tutt’altra cosa, e non hanno nulla a che vedere con l’idea. Insomma, uno ha tutto il diritto di essere razzista, purché non commetta o non propugni la commissione di reati o di stermini o di persecuzioni varie.
Detto ciò, passiamo ad esaminare il caso in oggetto, nel quale non è neanche ravvisabile proprio alcun elemento di razzismo (e figuriamoci se il popolo ebraico, che per primo al mondo ha subito nel modo più atroce le conseguenze criminali del razzismo, potrebbe a sua volta essere razzista. Un’assurdità solo pensarlo).
E’ risaputo che ogni comunità, ogni popolo, possiede il sano istinto di auto-preservazione (come gli individui), infatti se così non fosse semplicemente non esisterebbero le diversità, né dei popoli né degli individui.
Anzi diciamo proprio che non esisterebbe la vita, poiché essa non può sussistere senza l’istinto di sopravvivenza.
Il popolo israeliano non fa altro che seguire questo sano istinto.
I cosiddetti “connazionali” sono tali solo per legge e non per sangue (che è il vero legame di un popolo), ma non fanno parte di quel popolo, dunque è del tutto naturale che il 75% di esso voglia che tali estranei alla loro comunità vengano estromessi dalla propria casa-territorio. Ognuno ama stare coi propri simili, questa è l’eterna legge della natura, quella stessa legge che consente la vita e la diversità, una legge che sempre è stata e sempre sarà.
E’ quell’istinto, del tutto naturale, cui accennavo prima, è così, e non è affatto strano, al contrario è normalissimo, e non si tratta di semi di odio né di razzismo. Tutti i popoli, da sempre, se sani, hanno fatto così, senza essere nazisti, e quando hanno cessato di farlo sono scomparsi. Il problema è di seguire tale sano istinto senza far del male ad altri e senza violare i diritti umani.
Purtroppo non di rado ciò risulta impossibile. Si tratta di quelle situazioni della vita (tra gruppi ma anche tra singoli) in cui il diritto giusto e sacrosanto di qualcuno confligge col diritto parimenti giusto e sacrosanto di qualcun’altro, e i due diritti sono inconciliabili (basta pensare a certi casi di separazione tra coniugi).
Per evitare una tale situazione sarebbe necessario evitare che si verifichino le condizioni (spesso forzate e imposte con violenza ai popoli) per cui in uno stato, in una nazione, insomma in qualsiasi entità sociopolitica ufficiale, debbano coesistere popoli etnie e culture diverse.
Quando questo accade ciò è sempre inevitabilmente fonte di conflitti, e la responsabilità di tali conflitti sta soltanto ed esclusivamente in capo a coloro che hanno contribuito a creare queste condizioni.
Ti ringrazio per la tua attenzione, e ti saluto con grande stima.
Marco Zorzi (http://www.facebook.com/Zarcobook)
Caro Marco, dissento fortemente da ciò che dici.
Innazitutto cosiderare “razzismo” solo ciò che porta a considerare l’altra razza inferiore, secondo me non c’azzecca. Se io faccio una legge che dice: “per tutti i cittadini di razza X vale questa legge”, questa legge è razzista nel senso etimologico della parola, nel senco che discrimina sulla base della razza; INDIPENDENTEMENTE dal fatto che la razza X sia considerata inferiore, uguale o superiore. Semplicemente, siccome trae la sua base di esistenza dalla esistenza della “razza“, è basata su un presupposto razzista, punto e basta. Anche perchè, se così non fosse, si aprirebbe lo spazio a interpretazioni “buoniste”: “io non ti considero inferiore; solo penso che il tuo posto sia fuori da qui, quindi NON sono razzista” (in base alla tua definizione).
Poi quando dici: “Detto ciò, passiamo ad esaminare il caso in oggetto, nel quale non è neanche ravvisabile proprio alcun elemento di razzismo (e figuriamoci se il popolo ebraico, che per primo al mondo ha subito nel modo più atroce le conseguenze criminali del razzismo, potrebbe a sua volta essere razzista. Un’assurdità solo pensarlo).” Lasciamo perdere il popolo ebraico, che pure manifesta il suo razzismo e insofferenza verso gli arabi al punto che li vuole fuori dal territorio che hanno occupato illegalmente. Magari il sonfaggio è sbagliato, magari è fuorviante, magari fatto da nemici di Israele; ma le leggi scritte (e su questo difficilmente potrai non essere d’accordo) che vigono in Israele (o almeno alcune fra le leggi vigenti) sono razziste, punto e basta. Leggi che, nel momento stesso in cui discriminano i cittadini in base alla razza, sono razziste, punto e basta.
“è del tutto naturale che il 75% di esso voglia che tali estranei alla loro comunità vengano estromessi dalla propria casa-territorio. Ognuno ama stare coi propri simili, questa è l’eterna legge della natura, quella stessa legge che consente la vita e la diversità, una legge che sempre è stata e sempre sarà.”
Qui siamo alla pura e semplice giustificazione del male: se bazzichi questo sito, sai che questa (la giusitificazione del male) è considerata la principale attività del falsario. (vedi “Le patacche del falsario”, 1, 2, 3 e 4). Io invece penso che sia proprio l’incontro e l’accettazione del diverso, accettato e considerato come figlio dello stesso Padre, che ce lo fa accettare come fratello, pur se diverso, che ci procura proprio nella diversità un arricchimento di cultura, esperienze, soluzioni.
“Per evitare una tale situazione sarebbe necessario evitare che si verifichino le condizioni (spesso forzate e imposte con violenza ai popoli) per cui in uno stato, in una nazione, insomma in qualsiasi entità sociopolitica ufficiale, debbano coesistere popoli etnie e culture diverse.
Quando questo accade ciò è sempre inevitabilmente fonte di conflitti, e la responsabilità di tali conflitti sta soltanto ed esclusivamente in capo a coloro che hanno contribuito a creare queste condizioni.”
Bene. Allora, conoscendo la storia, quelli che se ne devono andare non sono certo i palestinesi. O vogliamo negare anche la storia?
A risentirci!
Caro Alberto, il fatto è che, come appunto dicevo, ognuno dà una personale interpretazione della parola “razzismo”.
Allora, se non esiste un’accezione universalmente riconosciuta, a quale dobbiamo riferirci se dobbiamo dialogare ed intenderci, visto che per dialogare ed intendersi è necessario un linguaggio condiviso?
A parte il fatto che questa aleatorietà di significato è molto pericolosa perché come sappiamo è uno degli strumenti primari delle dittature per reprimere il dissenso. Un domani la dittatura europea (sotto cui ormai è chiaro che ci troviamo) potrebbe giustificare persecuzioni contro i “razzisti” (in realtà semplicemente difensori delle proprie patrie ormai letteralmente invase da stranieri) sulla base di un’interpretazione del tutto arbitraria e strumentale del termine. Oggi sono infatti questi a mio avviso i nemici che la dittatura intende perseguitare, perché essi si oppongono alla omologazione globalizzatrice verso un unico popolo uguale ovunque con un unica cultura, un unico sistema economico, e un unico di tutto.
Dunque io proporrei, per avere un riferimento oggettivo comune, di riferirci alla maggiore enciclopedia italiana, l’enciclopedia Treccani, la quale alla voce “razzismo” dice:
«Ideologia fondata su l’arbitrario presupposto dell’esistenza di razze umane biologicamente e storicamente superiori destinate al comando, e di altre inferiori, destinate alla sottomissione; anche, teoria e prassi politica intese, con discriminazioni e persecuzioni, a conservare la “purezza” e ad assicurare il predominio assoluto della pretesa razza superiore……….Più genericamente, complesso di manifestazioni o atteggiamenti di intolleranza originati da profondi e radicati pregiudizi ed espressi, da parte di appartenenti ad una comunità, attraverso forme di disprezzo ed emarginazione nei confronti di individui o gruppi appartenenti a comunità etniche e culturali diverse».
Discriminare significa semplicemente distinguere, e tale azione, da sola, non è sufficiente ad integrare il significato di razzismo, essendo necessaria anche la presunzione di superiorità, o la volontà di purezza e predominio. La sola discriminazione non basta ad integrare il significato di razzismo, poiché potrebbe trattarsi di una discriminazione positiva, io potrei cioè distinguere non sulla base degli elementi detti poc’anzi, ma di altri, di altre necessità, considerazioni, o valori, anche positivi.
Dunque se io faccio una legge che dice: “per tutti i cittadini di razza X vale questa legge”, questa legge NON è razzista, ma solo discriminatoria. Poi bisogna vedere se questo dis-crimine è anche crimine oppure no, e se la discriminazione è razzistica o no. Poichè è chiaro che non è che il solo fatto di utilizzare la parola razza rende qualsiasi cosa razzismo.
Le razze esistono, anche un bambino lo sa, nonostante assurdi benpensantismi che per pruderia politicamente corretta e senso di colpa vogliono soddisfare il loro super-io di controllo eliminando la parola. Magari sostituendola con etnia. Se non è zuppa è pan bagnato. Vogliamo chiamarle diversità…insomma, queste acrobazie verbali per evitare i sensi di colpa paiono piuttosto ridicole. Io le lascerei perdere.
Quello che conta è che la accezione che tu dai della parola “razzismo” non è corretta. Infatti non è razzismo il solo parlare di razze e dire che esistono le razze, così almeno dice la Treccani.
E d’altra parte mi pare un’accezione davvero intollerante e vessatoria, questa sì. Puzza un po’ di intolleranza ideologica, la qual cosa non è meno grave del razzismo, ed anzi io direi ancor peggio.
La frase ““io non ti considero inferiore; solo penso che il tuo posto sia fuori da qui, quindi NON sono razzista” è assolutamente legittima e non ha nulla ma proprio nulla appunto di razzistico. Non potrebbe infatti essere tranquillamente uscita dalla bocca di un partigiano nei confronti di un tedesco invasore durante la Resistenza ?!? Vogliamo forse dire che i partigiani erano razzisti verso i tedeschi?
Dunque ancora una conferma che la tua accezione di razzismo non è corretta.
Inoltre non è congruo neanche l’uso che fai del termine “buonista”, poichè è noto che i buonisti sono i persecutori dei “razzisti”, e non certo i loro difensori.
Riguardo ora al caso concreto, quello del popolo ebraico, l’insofferenza verso gli arabi al punto di volerli fuori dal proprio territorio non ha proprio nulla a che fare col razzismo! Ma dove mai starebbe il razzismo nel normalissimo istinto di un popolo che non vuole vedere il proprio territorio occupato da estranei? Loro non dicono affatto di essere superiori agli arabi (che sarebbe razzismo), ma semplicemente esprimono la volontà che in casa propria ci stiano loro e non degli estranei. Questo non c’entra nulla col razzismo. Sei forse tu razzista nell’impedire (attraverso la porta che chiudi a chiave quando esci) che in casa tua entri un estraneo e pretenda di viverci?
Altra questione è se quella sia legittimamente la loro “casa”, e qui si apre un capitolo a parte, molto complesso. Io personalmente ritengo di no, e che essi abbiano occupato in modo illegittimo e assurdo un territorio che era ormai da tempo immemorabile dei palestinesi. Un vero e proprio abuso operato con la violenza. Ma come ho detto, questo è un altro capitolo, che non intendo affrontare.
Tornando al tema iniziale, la diversità è una ricchezza, e concordo con te, ma proprio perché tale essa va preservata.
E secondo te la diversità si preserva mischiando tutto?
E’ evidente che se mischi tutto la diversità scompare, basta pensare agli USA, che sono un niente senza un popolo e senza una comunità, dove le “diversità” costrette a coesistere sono fonte di conflitto da secoli, e la piccola parte meticciata (non più del 7-8% della popolazione, ogni diversità tende infatti a stare per conto suo, naturalmente) non è certo un’ALTRA diversità, ma un nulla tra il nulla.
Pensa se tutto il mondo seguisse la regola del meticciato e tutti si incrociassero. Addio diversità. E pensa se ciò accadesse nel regno animale o vegetale: una sola specie di animale e di pianta sarebbe l’esito inevitabile di un ipotetico estremo meticciato. Quindi il CONTRARIO della diversità. Quindi POVERTA’ al posto della ricchezza.
Qualche tempo fa ho scritto un articolo a questo proposito per il “Giornale del Ribelle” che ti invito a leggere: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=40324
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Un “a risentirci!” cordialissimo anche a te, nello spirito costruttivo dello scambio di idee DIVERSE appunto, con l’obiettivo comune di capire meglio la realtà che ci circonda!
Marco Zorzi (http://www.facebook.com/Zarcobook)
Non so se credi in quello che dici o ti godi della tua dialettica sofista. Se un gorno avrò bisogno di un avvocato difensore in una causa disperata, ti chiamerò a mia difesa. 🙂
In buona sostanza, se ti rileggi, giustifichi il razzismo di chi ha estirpato gli abitanti originali di una terra con la violenza, l’inganno, e che ora cerca di confinarli trattandoli e considerandoli peggio di cani! E cerchi di far passare tutto questo come un prestigiatore, nella sostituzione della parola “razzismo” con “discriminazione”…
Attento, che l’attività principale del Falsario si chiama giustificazione del male, e non mi sembra che sei molto lontano!
Secondo diversi storici moderni la storia dell’ “Olocauso” dev’essere completamente rivista e ridimensionata.
Secondo alcuni autori, anche ebrei, la storia dell'”olocausto” non sarebbe altro che un’astuto gomfiaggio di fatti dietro ai quali vi sarebbe lo scopo di ottenere enormi “risarcimenti” in denaro. Vedi “L’industria dell’olocausto” scritto da Ariel Toaff, figlio di un rabbino.
Mi sembra che i sionisti stiano perseguitando chi cerca in buona fede la Verità e non chi propala volgari menzogne.
Scusate, mi sono confuso: “Industria dell’ olocausto” è dell’autore Norman Finkelstein. Mentre Ariel Toaff è autore del libro “Pasque di sangue”, nel quale si riporta la consuetudine orribile di fare sacrifici di bambini da parte di certe comunità ebraiche.
Benchè gli ebrei non siano stati molto amati nel corso dei secoli, personalmente sono contrario a generalizzare:
Più che condannare gli ebrei, io sarei favorevole a condannare:
Chi pratica i sacridfici umani
Chi sottomette il prossimo con trucchi di falsa emissione monetaria e falsa contabilità.
Chi perseguita i ricercatori della Verità.
Indipendentemente dall’appartenenza o meno a congregazioni religiose.
Ho letto il libro, molto bello, è costato il posto (e l’accettazione nella civile società USA) a Norman Finkelstein. Si trovano anche video di sue conferenze, in cui studenti ebrei con le lacrime agli occhi lo criticano dicendo “Come può dire questo?”. Studenti di neanche 20 anni che non credono a questo signore che ha avuto entrambi i genitori internati ad Auschwitz (e usciti vivi). Potenza della psicosi collettiva.
Onore a te, grande Alberto:
autentico, disincantato ricercatore della Verità.
E la Verità ti farà, anzi ha già fatto di te, un uomo libero!
Molti oggi inistono a dimostrare il falso!
Vi sono intellettuali, storici, anche di valore (vedi Giorgio Vitali), che mettono in dubbio l’autenticità storica del Cristo.
Ma lo studio (accuratissimo) della Sindone, cioè del Sudario di Cristo, e che richiese anni, riporta un’infinità di PROVE inattaccabili riconosciute da investigatori di indiscutibile calibro, ed anche non Cristiani, che tutto ciò che è riportato dai Vangeli è pura Verità, nonostante i penosi tentativi di dimostrare che si tratta di un “falso”.
Solo per dirne alcune:
La Sindone è un “negativo fotografico” dell’immagine del Cristo morto, (come se al momento della Resurrezione Egli avesse emesso una radiazione luminosa che avesse ‘impressionato” il lenzuolo come una lastra fotografica. Questo ad eccezione delle macchie di sangue che sono di colore scuro su fondo chiaro.
Sulla Sindone vi sono pollini (visibili solo al microscopio) di piante che crescevano solo in Palestina e solo duemila anni fa (uguali a quelli dei sedimenti di fango, databili, del mar Morto.
Sugli occhi del Cristo morto furono collocate due monete (come si usa ancor oggi tra certe popolazioni del Mediterraneo: per pagare il viaggio nel regno dei morti): le due monete rivelate dal microscopio elettronico, e riconosciute dai numismatici, che circolarono in Palestina soltanto verso il 30 DC, solo per pochi anni, riportano il nome di Tiberio, persino con errori di ortografia comuni all’epoca. “…RIOY CAICAP”: TIBERIOY CAISAR” (Tiberio Imperatore).
Sulla Sindone non vi sono tracce di decubito, ovvero perdita di liquidi di putrefazione che fuoriescono dagli orifizi di un cadavere ma solo a partire dal terzo giorno.
E un numero infinito di altri dettagli che ogni cristiano dovrebbe conoscere.