Scena #1
La famiglia trafelata arriva al check-in: un incidente in tangenziale ha bloccato il traffico, e l’orario massimo è già stato superato. Però l’aereo è ancora lì: partirà fra 20 minuti. Disperati, implorano: vi pregiamo, fateci imbarcare, non sappiamo come fare altrimenti. Ma l’impiegata è irremovibile: non si può, non rischio il mio posto. Chiamano la caposala. La caposala viene chiamata; con calma, con una lentezza esasperante, si avvicina, ascolta brevemente, e poi chiude il discorso: “Niente da fare. Il check-in è chiuso. Siete arrivati oltre il tempo massimo“. Nonostante l’aereo sia ancora lì. Nonostante i posti siano liberi. La regola ha prevalso sul buon senso.
Scena #2
Serata avanzata, ormai notte. All’autonoleggio ormai nessuno. Un ultimo cliente si avvicina per ritirare l’auto che è stata prenotata. Al moneto di controllare la documentazione, si accorge che manca la patente. cerca dappertutto, ma niente da fare: deve essere rimasta in un’altra giacca. Non ci sono altri mezzi, la settimana prima la stessa persona aveva ritirato un’altra auto a noleggio con la stessa società, possono avere registrato il ritiro, se aveva la patente la settimana prima ce l’avrà anche adesso… ma l’impiegato è fermo: “Io ci credo che lei ce l’ha una patente. Ma le regole sono regole. E non voglio rischiare il posto di lavoro“. Fine della storia.
Scena #3
Il funzionario pubblico che ha accompagnato la squadra di estirpatori a casa di Rick Simpson, in Nova Scotia, Canada, è una giovane donna cordiale. Dice a Rick: “Io credo a tutto quello che lei dice (*). Ma il mio dovere è controllare che vengano estirpate tutte le 1200 piante di Marijuana”. E Rick, allibito: “Ma non pensa a tutte le persone malate di tumore che si potrebbero curare? Non pensa alla disperazione dei malati che sto curando e nonn potranno essere più curati?” Nessuna risposta. Il funzionario fa il suo dovere, non è pagato per pensare.
(*) Rick Simpson è un canadese che, dopo aver curato con il suo olio di estratto di canapa numerosi malati, gratis, ha dovuto scappare dal suo paese per evitare l’incarcerazione, nonostante le numerosissime guarigioni avvenute grazie al suo olio.
Scena #4
Jim non pensava, quando si era arruolato, che avrebbe dovuto fare questo. Si era arruolato pensando ai valori eterni di libertà, democrazia, che da sempre hanno caratterizzato la sua nazione. Ed ora che stava per bombardare quel villaggio, pieno di donne e bambini, e anziani, qualche dubbio gli veniva. Ma, si sa, quelli erano gli ordini. E gli ordini non si discutono, specie se sei un militare in carriera.
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Quando ho scritto “La storia del tiranno cattivo e della democrazia” ho messo, al primo posto fra i punti individuati per la schiavizzazione dell’umanità, proprio la burocrazia. La burocrazia è quella cosa, apparentemente buona e giusta (come si vivrebbe in un mondo senmza regole?) tramite la quale il potere ci incanala in un sistema di regole in cui oltretutto non solo è inutile pensare, ma è anche dannoso. Grazie all’imposizione costante delle regole possiamo avere un esercito di sottomessi volontari che smette di usare la propria testa e, anzi, collabora con il sistema di controllo, come ben spiegato da David Icke.
Insomma, come anche detto in quest’altra nota, ci vogliono privi di qualunque iniziativa autonoma, incapaci di qualsiasi azione che non sia “eterodiretta“.
Questa pianta va estirpata un po’ alla volta, lavorando di fino, ogni giorno, ogni minuto, mettendo in discussione ogni nostra azione. Riaccendendo il cervello, risvegliando la coscienza. Disinserendo il pilota automatico che ci guida per il 95% della nostra giornata. In caso contrario ci porteranno, senza che ce ne accorgiamo, a commettere le più gravi atrocità senza neanche provare alcuna responsabilità o rimorso per le nostre azioni.
Ecco il primo che si è ribellato ….
COSENZA:
COMMERCIANTE “CACCIA” LO STATO DAL SUO NEGOZIO. NON USA IL REGISTRATORE E VENDE CON LO SCONTO DEL 21%, EQUIVALENTE ALL’ALIQUOTA IVA
“Non pago più nessuna tassa”: Roberto Corsi, il commerciante che “caccia” lo Stato dal negozio“
„”Sono stanco di essere vessato e ricattato da persone che dovrebbero tutelarci e che non lo fanno”: ecco la protesta di un commerciante cosentino“
COSENZA – Ha portato il registratore di cassa fuori dal suo negozio di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. Ha promesso che non batterà più uno scontrino: i soldi delle ricevute trattenuti dallo Stato andranno ai clienti sotto forma di sconto. E ha lanciato la sua singolare forma di protesta con un post (e una foto) sul suo profilo Facebook, condiviso in queste ore da migliaia di utenti.
Lui è Roberto Corsi e ha deciso di denunciare una situazione in cui si trovano centinaia di migliaia di italiani. Le difficoltà economiche, la pressione fiscale esorbitante, l’impossibilità di saldare i debiti con l’erario: di fronte a una realtà quotidiana a volte opprimente, il commerciante cosentino ha “cacciato” simbolicamente lo Stato dal suo esercizio commerciale. E molti, sul social network, prendono le sue difese.
Ecco il suo messaggio, una sorta di sfogo contro il sistema: “Non ho più nessuna intenzione di pagare le tasse a questo Stato in mano a politici ladri e criminali. Da oggi chi entrerà nel mio negozio avrà lo sconto del 21%. Quel 21% che lo Stato abusivamente mi chiede. Sono stanco di essere vessato e ricattato da persone che dovrebbero tutelarci e che non lo fanno. Sono stanco di non sapere per che cosa e per chi ho pagato le mie tasse in tutti gli anni della mia attività. Voglio che lo Stato mi dica come ha speso finora i miei soldi.
Sono stanco di Equitalia e di tutte le vergognose leggi fiscali, che sono dei veri crimini verso il popolo sovrano. Sono stanco di questo Stato che elargisce stipendi e pensioni d’oro a gente che non ha mai lavorato, e che sono il frutto di leggi scritte e approvate da politici sicari al servizio dei poteri forti e criminali. Io devo, in primo luogo, proteggere, e dar da mangiare, ai miei figli e alla mia famiglia”.
E continua: “Non posso difendere il mio popolo, ma ho il dovere di difendere la mia famiglia, ho messo fuori il registratore di cassa, così facendo ho tolto i delinquenti dalla mia attività. Non mi fermerò: mentre la nave Italia viene messa con la barra dritta dalla ciurma dei governanti, io ho i figli in acqua, e nessuno mi butta un salvagente, nessuno mi butta una scaletta di salvataggio, difenderò fino alla morte i miei figli. Non pago più nessuna tassa. Ripeto, non posso salvare un popolo, ma ho il dovere di salvare e difendere i miei figli”.
Fonte: bastacasta.altervista.org
SIAMO SCHIAVI. ANCHE SE CI ADDORMENTIAMO CON TANTE BELLE PAROLE, L’UNICA VERITA’ E’ LA NOSTRA SCHIAVITU’. COME VORREI AVERE IL SUO CORAGGIO E LA SUA DIGNITA’.
LUCIANO B
Esatto. Centrato il concetto. 😀
Azzo…
in quest’Itaglia predata dalle luride mani dei più codardi,
c’è ancora chi ha conservato intatti gli…”attributi”…
che,guarda caso,son ancora tutti al Sud…chapeau…!!!
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Quanto alla foto di quel mostruoso “uccellaccio” volante…
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nella Grande+Guerra meritarono il titolo di…”Aquile”…
quelli sì che furono Veri+Piloti,ingaggianti mortali Duelli,
fra di Loro,senza paura di cader giù,in Combattimento…
mentre ‘sti vigliacchissimi,odierni,comicissimi…
“top-gun”…sono solo dei miserabili…”avvoltoi”…
e che combattano fra loro…se ne hanno il coraggio…
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lasciando in pace i Civili,che son inermi ed indifesi…
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vergognatevi…fellonissimi felloni…
troppo comodo è ammazzar la Gente…
senza mai rischiar nulla…BUFFONI…!!!