Una pillola di saggezza per tutti noi. Così nasce Apotàsso
(Ciao Ciao)
(sottofondo musicale suggerito da una cara amica a Parusìa nel precedente post)
Perchè Apotàsso? “Perchè l’indagine sulle miserie
del mondo non soddisfa più la sete di conoscenza circa gli Inganni che
ci attanagliano; e, soprattutto la richiesta di soluzioni di come
vivere questi scampi di tempo di Grande Tribolazione che ci separano
dall’Apocalisse“. Almeno così la vede l’amico Marco Turi Daniele
(alias Parusìa).
Gesù dice: chi non rinuncia [greco:
apotàsso, “dire ciao ciao”] a tutti I BENI, non può essere
Mio discepolo. Dopo di che VAI, “AMA DIO, IL PROSSIMO,
IL CREATO E FAI QUEL CHE VUOI”. C’è tutto il Decalogo, in questo “PIO”
COMANDAMENTO. Ecco cosa vuol dire ‘VIVERE nel Mondo senza essere del
Mondo’. Ma, chi ‘VIVE DI PAURE’, è del Mondo & di Mammona e
perpetua il PECCATO Originale di Adamo e Caino: ‘VOLERSI METTERE IN
PROPRIO’, dissociandosi da DIO che è Pace e Giustizia; allontanandosi
dal VANGELO ‘Vivo’ del REGNO. Occorre “IGITUR” (QUINDI) cambiare Abito
e diventare Amministratori con SPIRITO NUOVO. Solo così riceveremo
Cuori Ardenti: «CONVERTITEVI E VIVRETE» (Ez: 11,19-20; 18, 23-32; 36,
24-28).
Sul sito Apotàsso (Ciao Ciao Mammona) a cui
si accede attraverso il dominio http://www.parusia.info campeggia questa
introduzione che sintetizza tutta la “mission” dell’Arca della
Bellezza di chi vuole farsi aiutare e prendere per mano per essere
Arciere nella Resilienza Cattolica, vivendo secondo il Vangelo la
“Decresita Felice”, e che sembra essere oramai più una scommessa che
una sfida.
Ora, siccome sono molti che credono di sapere e di potersi mettere a
guida e modello per altri, senza dare testimonianza secondo il
Vangelo, Parusìa vuole portarci e riflettere, con realistica saggezza,
suggerendoci la lettura di questo ennesimo commento di Don Paolo
Spaladore che riguarda la lettura del brano del Vangelo di oggi. E che
si inserisce perfettamente, secondo il nostro amico, nella diatriba
(et/ot) Croce (et/ot) Spada in corso qui su Ingannati tra
Duxcunctator, Aguglia ed Eliseo che saluta con tutto il cuore e
fraterna amicizia.
A questo proposito ci fa sapere che tutti questi commenti al Vangelo
di Padre Spaladore sono riportati puntuali anche su Apotàsso: per
ricordarci che “solo vivendo il Vangelo in opere e
missioni si può partecipare alla costruzione del Regno di Dio
come uomini e amministratori nuovi. Il Regno fatto di
pace, amore e giustizia. Ovviamente il Vangelo non si diffonde con la
Spada, ma attraverso la Testimonianza di Verità, che talvolta è più
dura di una Legge o della Spada stessa. Il cristiano che si è vestito
con l’abito nuovo della
Umiltà e dei Sacramenti non può dimenticare che Dio è Carità e
Misericordia; che non vuol dire perbenismo, buonismo, libera
coscienza. Non è per queste illusioni “moderniste” del “volemose bene
e facciamoci gli affari nostri” che Dio ci porterà in Paradiso. Perchè
il mondo non è retto secondo la propria coscienza
individuale, ma secondo l’UNICA COSCIENZA che è Dio nella Sua
Essenza Trinitaria, che vive nelle Sue Leggi Morali e Ordinate secondo
Natura (10 Comandamenti) e nella Legge Nuova dell’Amore cristiano. Non
è insomma come avrebbe fatto sapere Francesco nella recente lettera ad
Eugenio Scalfari, aprendo ad atei e miscredenti. Anzi, il cristiano
dovrebbe sapere che così come Dio ha creato l’Universo e la Terra
senza di noi, senza di noi non può salvarci. Ci vuole
una nostra adesione piena al Progetto di Salvezza, perchè il Paradiso
non è un ‘dopo lavoro ferroviario’ o ‘un medico della mutua’ o un
‘club privè’ o un ‘luna park’ o ‘un talk show per politici e
giornalisti’ o ‘una visione economico-finanziaria’ o un “museo di
belel e buone intenzioni o di cultura antropologica ed esegetica’, o
‘un programma di intrattenimento per improvvisate ballerine o attori
di avanspettacolo’. Alla Fede per Gesù che è Via, Verità e Vita
dobbiamo quindi aggiungere IN COSCIENZA le Opere che ‘ogni dì’
offriamo a Dio e sottraiamo (in Tempo) a Mammona; e se possibile,
aggiungere la nostra santificazione, l’impegno inequivocabile di tutto
noi stessi e nella pienazza del nostro Tempo riscattato al Mondo,
nell’Imitazione di Cristo secondo il Vangelo, che di gran lunga supera
i segni della Fede dichiarata e la declinazione del Credo, in
Testimonianza Viva. Perchè in Paradiso si va se si desidera
ardentemente l’Amore di Dio (che trasferiamo al “prossimo” con gesti
quotidiani); e soprattutto se già da ora si desidera fortemente
essere salvati per la nostra miseria, sì, ma
anche per i nostri piccoli meriti conquistati nella battaglia
con noi stessi di combattere e superare i Vizi Capitali
(superbia, accidia, ira, lussuria, gola, invidia, avarizia) e le
debolezze personali. Altro che Libera Coscienza, quindi. Può infatti
esistere la libera coscienza di abortire, di scegliersi la religione a
propria immagine e somiglianza, di adorare la divinità preferita, di
scegliersi il proprio profeta, di vivere secondo i propri vizi elevati
a virtù, di sfruttare gli indifesi e gli indigenti per comprarsi la
macchina nuova, una casa o per elevare il PIL di una Nazione, di
commettere abusi ai danni di chi si è affidato a te, di vivere
producendo menzogna, di sopprimere altre vite per la supremazia della
razza o della propria identità culturale, di tradire un amico o
collega di lavoro per facilitare la propria carriera personale, di
ingannare il mondo intero pensando di fare del bene? Perchè la
libera coscienza alla fine è la giustificazione relativistica a tutti
i mali del mondo. Almeno fino a che la nostra libertà non
arriva a invadere quella degli altri e soprattutto di chi è più forte
di noi. Il suggerimento cristiano, quindi? Viviamo per guadagnarci
anche i nostri piccoli ed impercettibili meriti per sommarli oltre
alle intenzioni a quelli acquisiti da Gesù sulla Croce (che è Morto
per “molti” e forse anche per i tuoi meriti, ma non per tutti quelli
che hanno voluto vivere secondo la loro coscienza e secondo un Nuovo
Ordine Mondiale); e a quelli acquisiti per mezzo di Maria
Corredentrice con il suo ‘fiat’; che intercede presso il Figlio ed è
intermediaria di Grazie in forma incessante, nella Storia
cristiana“.
“Per questo i nostri motti di Arcieri, ci dice Parusìa, I°
Preporito Generale dell’Arca, sono: ‘Liberi, da Mammona,
per liberare‘ e ‘Facciamoci tutti
Carità‘”
Vangelo di Luca 6,39-42
In quel tempo, Gesù 39 disse ai suoi discepoli una
parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno
tutti e due in un fosso? 40 Un discepolo non è più del
maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo
maestro.
41 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello
e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? 42 Come
puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza
che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel
tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci
vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello».
Doppio cieco
Perché un cieco, un cieco nell’intelletto e nello spirito, non può
guidare un altro cieco nell’intelletto e nello spirito? Perché il
soccorso reciproco, in questo caso, non serve ad aumentare la
conoscenza, non può nulla per far crescere la consapevolezza e,
dunque, non può impedire a due ciechi di cadere nella fossa, nella
fossa dell’ignoranza. L’ignoranza, come la consapevolezza, quando è
condivisa, non si annulla, si moltiplica.
Ci sono due tipologie di ciechi nell’intelletto e nello spirito. Ci
sono i ciechi nell’intelletto e nello spirito per scelta volontaria,
perché mossi interiormente dall’ipocrisia, dalla vanità, dalla sete di
potere e di dominio. Sono i ciechi arroganti e presuntuosi, i ciechi
della peggior specie, i ciechi inguaribili, perché, convinti di
vederci meglio di tutti gli altri, si propongono come guide illuminate
dei popoli e fanno di tutto per mantenere l’umanità nella cecità
intellettuale e spirituale più assoluta. Ci sono i ciechi
nell’intelletto e nello spirito per inconsapevolezza, perché
trascinati dall’inerzia degli addestramenti umani, perché affogati
nell’inedia provocata dalla schiavitù cui sono stati iniziati fin da
piccoli. Sono i ciechi che in qualche modo sono ancora disposti a
essere guariti e illuminati.
Per una e per l’altra tipologia di ciechi è impossibile trovare
soluzioni intelligenti ed efficaci per i problemi e le difficoltà
della vita dell’uomo. Per una e per l’altra tipologia di ciechi è
impossibile trovare quali siano le vie sicure del benessere e della
felicità, vie in cui l’umanità possa pacificamente e serenamente
incamminarsi.
Può un cieco guidare un altro cieco? No, cadranno entrambi in una
fossa. Per i ciechi nell’intelletto e nello spirito ci vuole un
maestro, il Maestro. Solo quando i ciechi nell’intelletto e nello
spirito diventano discepoli del Maestro e della sua Parola, possono
dissolvere la nebbia dell’ignoranza e della non conoscenza e trovare
una via sicura dove incamminarsi per vivere felici e in pace. I ciechi
nell’intelletto e nello spirito si riconoscono perché, in modo
viscerale, amano scoprire gli errori degli altri per mettere gli altri
sotto giudizio, e sono assolutamente ciechi per notare i propri errori.
Ma perché l’uomo cieco è un professionista a scoprire la pagliuzza che
è nell’occhio del suo fratello e non si accorge della trave che è nel
proprio occhio? Semplicemente perché, per migliorare se stessi, è
necessario un atto di intelligenza e di consapevolezza, invece per
giudicare gli altri basta una qualsiasi forma di insoddisfazione,
decomposta in acida stupidità, che annulla ogni
capacità di visione interiore. Come può un uomo dire a un suo
prossimo: Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo
occhio, mentre lui stesso non vede la trave che è nel proprio
occhio? Un uomo può fare questo perché, per verificare se stesso e
desiderare di evolversi, è indispensabile un atto spirituale di amore
per se stesso e di coraggio, è indispensabile uno sguardo spirituale
elevato e di pregio, invece, per giudicare gli altri, per condannarli,
calunniarli basta una forma qualsiasi di frustrazione compressa, che
poi si trasforma in sete di vendetta e conflitto.
Quanto meno l’uomo utilizza la propria intelligenza per comprendere se
stesso e la vita, tanto più utilizza la propria intelligenza per
giudicare e condannare il prossimo. Quanto più grande è la cecità del
cieco nell’intelletto e nello spirito, tale da non riuscire a vedere
la trave che è nel proprio occhio, tanto più grande è il desiderio di
dire al suo prossimo: fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è
nel tuo occhio. Perché? Perché nel momento in cui esibisce e sfoggia
una specie di trito, irrinunciabile, irrefrenabile desiderio di
salvare il mondo, in realtà sta vomitando dal profondo il veleno
prodotto dai suoi desideri di rivalsa, di ritorsione e vendetta, per
compensare le ferite e le umiliazioni a lui inferte dai suoi simili.
Come lo sguardo del cieco nell’intelletto e nello spirito è sempre uno
sguardo inquisitorio, così lo sguardo inquisitorio è sempre prodotto
da occhi ciechi nell’intelletto e nello spirito. Chi giudica il
prossimo è cieco, chi è cieco giudica il prossimo.
[…] Pubblicato su Ingannati, dall’amico Alberto Medici: Parusìa sul distacco (Apotasso) […]
Vna+Sola+Cosa…
è certa…più che certa…certissima!!!
Solo Dio+Padre sa la Verità,Tutta+Quanta,Intera,Perfetta,
su ogni cosa del Creato e su ognun di Noi+Sue+Creature,
Egli essendo,per definizione…”catechistica”…
la Verità Assoluta,che è Eterna ed Infinita…
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ergo…limite,per Noi,irraggiungibile…!!!
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Ma supponiamo pure che sia…”M”…ovvero…”1000″…finita…
beh…il Migliore fra Noi,potrà,al maximo,arrivar a…”999″…
ergo…sempre gli mancherà quel “quid” per esser…”Dio”…!!!
Così come,per far un esemplare esempio fisico,
mai un “Elettrone” potrà raggiunger la velocità della Luce,
che è posseduta solo dal “divin” Fotone!
Ed anche il più Puro fra tutti i lingotti d’Oro…
quello riportante il Markio…”Fein*Gold”…”NAZI”…
mai arrivava al 1000 per 1000…la “divina” Purezza…
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ma s’arrestava,per forza di cose,al…”999,999″…!!!
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ERGO…nelle nostre…”diatribe”…quotidiane…
Nessun fra Noi può dirsi detentore della Verità Assoluta,
ma,certo,c’è chi Le è più o meno…”lontano/vicino”…
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e come stian davvero le cose…Solo l’Eterno lo sa…!!!
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La parabola parte dal presupposto di uno che, con una trave nell’occhio, (un cieco totale) denunci e accusi altri che soffrissero di una cecità minore della sua.
Difficile però applicare questa lezione morale quando si tratti di un caso inverso: cioè di uno con un occhio solo che rivela qualcosa di vero al cieco totale. Costui compie un atto di giustizia doveroso verso i suoi simili.
Impedire a tutti di emettere osservazioni VERE e oneste equivale a lasciar passare le menzogne dalle quali siamo costantemente bombardati.
Insomma le parabole di Cristo devono esser interpretate onestamente e non usate astutamente per imporre a chiunque di tenere il becco chiuso e sopportare in silenzio qualunque angheria.
“Il sangue di tuo fratello grida a me dalla terra”.
Che cosa aveva da gridare il sangue del fratello ingiustamente assassinato? Perchè non se ne stette zitto zitto, evitando di emettere giudizi, cioè di reclamare Giustizia?
Se nem ricordo il profeta Naum scrive: “io sono un Dio VENDICATORE, lento all’ira, ma implacabile con i miei nemici”
messaggio per il signor Parusia. La sto cercando da diversi giorni su escogitur, ma non ho ancora ricevuto una sua risposta. Resto in attesa, grazie per quello che scrive e per quello che fa. Sinceramente, Mona