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I meno giovani fra voi ricorderanno certamente la strage dell’Heysel: finale di coppa dei campioni Liverpool-Juventus del 1985 i tifosi inglesi fecero l’atto di attaccare i tifosi italiani con diverse cariche o ondate, che provocarono la fuga precipitosa e la morte, perlopiù dovuta alla compressione, di 39 tifosi, perlopiù italiani.

Paradossalmente chiedo: esiste un responsabile della morte di queste persone? Esiste chi, fisicamente, ha tirato il grilletto?

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Ovvio che no. La responsabilità va quindi distribuita. Sicuramente colpevoli gli Hooligans, per le loro cariche. Sicuramente colpevoli le forze di polizia del Belgio, incapaci di intervenire per tempo. Sicuramente colpevole una cultura di violenza e di antagonismo fra tifoserie, e colpevoli tutti quei personaggi che, a varo livello, fra i giornalisti, commentatori, allenatori, ecc. hanno contribuito a creare questa cultura. Ma andando più lontano, colpevoli i mezzi di informazione, incapaci di proporre modelli alternativi, e fomentare l’antagonismo esasperato. E colpevole la società, di permettere che giovani dei bassifondi trovino come unico scopo o ragione di vita la violenza, la contrapposizione, la voglia di prevalere sugli altri. Insomma, difficile puntare il dito contro un unico colpevole.

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Mi è tornata alla mente quella strage sentendo il giornale radio oggi, sulla Siria. Pare che i Russi abbiano identificato, al largo delle coste della Siria, un paio di elementi, identificati poi come palloni aerostatici. Ovvio che si sta cercando in tutti i modi la scusa, una provocazione. E pare che il numero di profughi in fuga dalla Siria abbia superato il numero impressionante di 2 milioni, a peggiorare ulteriormente la situazione in Libano. Ovvio che il numero dei profughi cresce in previsione di un imminente attacco; ovvio che, a forza di piccoli passi, si arriverà al punto in cui lo scontro sarà inevitabile. A piccoli passi, si arriva a guerre e massacri, che nessuno voleva.

Per questo sono fermamente contrario al detto latino, tristemente famoso, “Si vis pacem, para bellum” (se vuoi la pace, prepara la guerra). Perchè a partire da questa sciocca considerazione, basata sull’unico assunto che la guerra sia inevitabile, si acquistano le armi e si preparano gli eserciti. E una volta che l’esercito è preparato e le armi sono pronte, si costituisce una minaccia. E la minaccia è in sè stessa causa di armamenti, lato opposto, che a loro volta costituiranno minaccia nei nostri confronti e ulteriore necessità di armamento. E se pensiamo di avere un momentaneo vantaggio di forza, cerheremo di approfittarne finchè tale vantaggio esiste. Insomma, una previsione cosiddetta “auto-avverante”: se pensi che la guerra sia inevitabile, lo diventerà certamente.

In altre parole, a forza di comprare armi prima o poi queste si dovranno usare: questa è la logica perversa che dobbiamo invertire. E mi dispiace che l’attuale ministro della difesa, quel Mario Mauro che ha difeso e sostenuto l’acquisto degli F35, provenga da un movimento sedicente cattolico, Comunione e Liberazione, che tutto dovrebbe promuovere fuorchè la guerra.

Ipocrisia su ipcrisia, si arriva a giustificare di tutto. E la giustifcazione del male, come detto più volte, è l’attività preferita dal Maligno.