Ho riletto in questi giorni un libro che avevo già iniziato tempo fa, e non ero riuscito a finire. Si tratta di “Ishmael“, di Daniel Quinn, un racconto fantastico in cui uno scrittore si trova a “discutere” con un gorilla (tramite telepatia) sull’origine della vita, e la caratterizzazione della specie umana in mezzo a tutte le altre specie viventi. In realtà non si tratta di una discussione ma di una vera e propria lezione, anzi di una serie di lezioni, che il gorilla tiene per far giungere alla verità lo scrittore (che parla in prima persona).
Scorrevole, originale la trovata letteraria, in realtà mi è piaciuto per il messaggio di fondo (uno in particolare): non dobbiamo affannarci ad accumulare più di quello che ci serve, perchè altrimenti roviniamo l’armonia della Natura e rischiamo di rovinare il piano originale del Creatore (lì si parla di Vita, Natura, oppure dèi). La caratterizzazione della specie umana viene data con il termine “Prendi“, mentre tutte le altre specie della natura sono chiamate Lascia, nel senso che prendono solo quello che serve per il loro sostentamento quotidiano, senza necessità bisogno di sterminare o sottomettere le altre specie se non per il minimo necessario alla sopravvivenza.
Ci sono anche altri aspetti intriganti del libro, ad esempio il fatto che l’uomo non è stato sempre Prendi, ma prima era Lascia, e di come questo passaggio sia avvenuto, e di come il passaggio sia stato raccontato dai Prendi (i vincitori e quindi autori della storia) che però non l’avevano capito (Caino e Abele dice nulla? E perchè Dio non aveva accettato i doni di Caino, coltivatore, ma aveva accettato quelli di Abele, cacciatore e raccoglitore? E perchè, in un quasi disperato tentativo di rieducare il popolo eletto, Dio li tiene per 40 anni nel deserto, e li nutre, e gli impedisce di raccogliere la manna per il giorno dopo, che se no va a male, tranne il giorno prima della festa?); ma penso che scriverò un post a parte, quando sarò pronto.
Anche nel film “Instinct” con Anthony Perkins si accenna alla storia dei “Prendi”:
Invece mi piace trovare assonanze con un film-documentario che ho visto sempre di recente, in cui il protagonista, il leader spirituale Wayne Dyer, sullo sfondo di una serie di vicende personali, espone la sua filosofia di vita. Molto basata sull’abbandono, sull’accettazione, sulla fiducia in Dio che vede e provvede a tutto e a tutti: lasciarsi andare, smettere di lottare (contro chi, poi?), certi che, ascoltando, nulla di quello che ci serve ci mancherà, e arriverà tutto, al momento giusto.
Niente di nuovo o di stravolgente, rispetto a quanto ci andiamo dicendo da tempo, ma il film, anche se un pochino “didascalico” (=vuole insegnare qualcosa) è fatto veramente bene. Visione consigliata a tutti, anche famiglie intere.
ecco, il libro italiano e’ fuori catalogo, quindi segnalo
http://www.slideshare.net/domdiegosilva/ishmael-daniel-quinn
l’intero libro di Daniel Quinn , Ishmael (1992) online. Molto interessante.
Segnalo anche il mio libro qui: http://www.vegetariani-roma.it/veganismo-2/glutine/535-il-mal-di-glutine.html
Il mio libro online s’intitola IL MAL DI GLUTINE. Anch’esso interessante in molti punti, ma pesante da leggere in toto. Cito:
“La rivoluzione delle colture di frumento permise un immediato e notevole incremento demografico ma portò anche a dei marcati risvolti “negativi”. Innanzitutto ci fu un brusco calo di statura media, circa 10- 12 centimetri in meno. Questo dato, considerando che il blocco della crescita fa parte del quadro di crisi celiaca infantile (insieme con diarrea, steatorrea, malassorbimento), è estremamente evocativo di una reazione celiaca classica verificatasi tra i primi coltivatori di frumento. A completare il quadro di reazione celiaca, troviamo anemia e osteoporosi, che sono delle conseguenze del malassorbimento nel celiaco. E appunto Eaton and Konner [1985] dimostrano, nelle comunità che per prime si dedicarono alla coltivazione del frumento, l’aumento di incidenza di anemia e di osteoporosi. Vengono segnalate anche malattie periodontali da demineralizzazione [Yudkin 1969], e numerosi altri ‘nuovi’ problemi evocativi della celiachia [Cohen 1989, Johnston 1987, Nelson 1999].
Se non considerassimo questa iniziale e generalizzata ‘reazione celiaca’ nelle comunità neo-introdotte al frumento sarebbe difficile spiegare come ci possa essere stato un tale declino dello stato di salute [Flannery 1969] pur nel bel mezzo di una esplosione demografica.
Detta in parole dolci, è come se, andando la macchina a sobbalzi per l’uso di un carburante che non è il suo, voi non vi fermaste davanti a tali bizze, in quanto con il tempo diventerà un’abitudine o forse migliorerà un pochettino. Detta in parole crude, essendo i bimbi celiaci delle società neo-introdotte al glutine suscettibili di un eccesso di mortalità per malattie infettive (del 700%) o anche per polmonite e broncopolmonite (del 300%) [O’Donoghue 1986, Johnston 1996, Peters 2003], è possibile ricostruire una realtà terrificante in cui essi morivano più facilmente e in gran numero [Greco 1995]. La gran parte dei casi di celiachia si verificavano nell’infanzia e in forme acute, “come quelli”, scrive Greco, “osservati nella mia esperienza clinica 25 anni fa a Napoli, con numerose fatalità a seguito di infezioni gastrointestinali in bimbi con crisi celiaca”. L’eccesso di mortalità per tubercolosi dei bimbi celiaci è del 600% [Peters 2003], al chè viene da pensare che proprio il popolo di Egitto, maestro nella coltivazione del frumento e dell’orzo, fu teatro delle primissime epidemie di tubercolosi (7000 a.C.).”
Grazie 1000 per la segnalazione!!!!
Alberto, ho passato la mattinata a leggere il libro di Daniel Quinn online, Ismael:
http://www.slideshare.net/domdiegosilva/ishmael-daniel-quinn
Sono arrivato a pag.121, dove si legge:
“L’uomo del Prendi non puo’ possedere la saggezza con cui gli dei governano il mondo, e se tenta di appropriarsene il risultato non e’ la luce, ma la morte.”
Interessante anche la parte dove dice che gli uomini del Prendi sono coltivati per essere stupidi e miopi.
L’insieme di miopi concetti e miti che gli sono stati imposti li calzano a pennello, o almeno calzano quelli che non vogliono essere messi in discussione e vogliono che le loro comodita’ siano anche la cosa giusta e approvata.
Al tempo in cui i Prendi fecero il loro goffo ingresso nel Nuovo Mondo e cominciarono a distruggere tutto, i Lascia di qui stavano cercando una risposta a questa domanda: “E’ possibile avere insediamenti stabili rispettando la legge che seguiamo fin dall’inizio dei tempi? Nessuno li obbligava a spiccare il volo. Per loro non aveva senso affidarsi a un apparecchio-civilta’ che fosse destinato al disastro, come avevano fatto i Prendi”.
Non conoscevo il libro, grazie per la segnalazione, Alberto.
L’argomento me l’ero studiato, ma per altre vie.
[…] conversione mi ha riportato alla mente il film di Wayne Dyer “The Shift” di cui avevo già parlato qui. E così, andandomelo a rivedere, sono rimasto ancora più incantato dalla bellezza di questo […]