toto falsario

La domanda non è oziosa. Non è cioè una provocazione scherzosa, paradossale, divertente, da chiacchera del dopocena con gli amici, sgranocchiando bagigi e frutta secca (se d’inverno) o finendo le fragole col gelato (se d’estate). La domanda è terribilmente seria, e anzi va posta correttamente così:

per il bene comune, collettivo, per il bene della società, è più dannosa l’attività di un falsario o quella del sistema bancario?

Esistono delle analogie, delle caratteristiche comuni:

  • Entrambe infatti immettono liquidità nel sistema.
  • Entrambe creano liquidità senza alcun corrispettivo d’oro o qualsivoglia sottostante.
  • Entrambe abbassano il valore unitario del denaro, creando inflazione.

E fin qua, i punti in comune. Esistono però alcuni punti che le distinguono:

  • L’attività del falsario è illegale, quella del sistema bancario no.
  • Il sistema bancario crea moneta debito, cioè per ogni “X” di moneta creata, crea un “X + Y%” di debito (con Y sempre maggiore di zero, a volte anche 50, 60% nel caso dei mutui a lunga scadenza), il falsario immette la sua moneta in circolo spendendola, quindi senza alcun debito associato.
  • Il falsario non ipoteca alcun bene di creditore per creare il suo denaro, e non ci saranno creditori disperati che si suicideranno, alla fine, per aver perso tutti i loro beni (e quelli dei firmatari a garanzia del prestito, tipicamente genitori, suoceri, nonni, ecc.).

 

E siccome con la creazione di un debito illimitato, irripagabile, stiamo tutti (individui, famiglie, imprese, stati) perdendo la nostra libertà, gravando e ipotecando di un debito irripagabile le future generazioni, decisamente l’attività del falsario è meno dannosa alla società di quella del sistema bancario.