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Adesso che le liste sono state depositate, e non rischio più di influenzare nè tantomeno danneggiare amici e compagni d’avventura, racconto brevemente la mia esperienza in Lista SI. Lo devo a molti che mi hanno chiesto spiegazioni del mio comportamento ma soprattutto voglio provare a tracciare un mini-bilancio utile per la prossima tornata elettorale, un mini riassunto di errori da non ripetere (e magari anche di cose positive da ripetere, invece).

Allora.

Tutto (per me) è cominciato prima dell’estate 2012, quando sono stato contattato, nell’ambito di un progetto di aggregazione “dei migliori blog della rete” al fine di mettere insieme tante forze che potessero spingere nella stessa direzione (sovranità monetaria ma non solo). Lo scopo, assolutamente condivisibile, era (e sarà, anche per il futuro) quello di evitare che tante voci si perdessero nel mare magnum del non voto, dell’astensione, o della protesta isolata. Ma perchè contattare anche me? Senza voler fare il falso modesto, sono convinto che, soprattutto grazie ai commenti dei lettori, Ingannati sia un bel  sito, sicuramente molto migliore di quanto l’avessi immaginato quando sono partito, ma sicuramente rimane un elemento di nicchia, niente al confronto dei grandi blog che attirano decine di migliaia di visitatori al giorno. Non mi sono dato una risposta esauriente a questa domanda, forse la più verosimile è questa (ma mi potrei sbagliare): qualche mese prima Francesca Salvador (la pasionara che ha dato del falso a Berlusconi nella trasmissione in diretta con Santoro) aveva fatto una mail aperta ad una quarantina fra i vari personaggi della rete, blog, ecc., “forte” della sua esperienza di aggregatrice con le sue serate del 13 a Vittorio Veneto, commettendo una leggera gaffe: l’aveva mandata a tutti con indirizzo visibile, cosa che di solito, per netiquette, non si fa se i destinatari non si conoscono fra di loro. Errore veniale, tuttavia, tanto che, dopo aver letto e apprezzato quell’iniziativa, trascorse un paio di settimane io avevo risposto a tutti, anch’io in forma aperta, sostanzialmente sostenendo e appoggiando la sua iniziativa. Chissà, forse questo è bastato ad “attenzionarmi“, non so.

Il resto è abbastanza storia nota. Grazie ad una grande forza di convinzione, e grandi promesse di sostegni, più o meno occulti, da parte di poteri “forti” ma “buoni“, stanchi dello stato di cose attuale, in breve tempo viene costituita una coalizione che vede al proprio interno diverse realtà, anche apparentemente lontane, ma accomunate dal desiderio di “fare massa critica” per cominciare a scardinare l’attuale sistema. Dagli imprenditori di ReImpresa (Rossella Giavarini), al CCN di Lorella Presotto, alla medicina alternativa di Alberto Mondini, un sito di controinformazione come Stampalibera (solo all’inizio però), un editore come Nexus (all’inizio),  e poi SereniItalia (Giovanni Lollo), TempestaPerfetta, per un breve periodo sembrava entrasse anche Bruno Poggi (Movimento Libera Italia, poi uscito quasi subito), Nocensura.com (Raffa), Monia Zanon, con la partecipazione dell’avvocato più famoso d’Italia (sulla rete), quella Paola Musu salita agli onori della cronaca per la sua denuncia al capo dello stato, al governo e ai suoi ministri per la cessione della sovranità nazionale all’Europa.

E per mettere insieme tutte queste realtà diverse si deve ricorrere ad un minino denominatore comune: concentriamoci su ciò che ci unisce (vogliamo riappropriarci della sovranità monetaria, non ha senso che l’Italia chieda i soldi in prestito a privati – BCE – che li creano dal nulla), tralasciando ciò che ci divide. Il principio, a futura memoria, devo dire che secondo me funziona: fra l’altro mi sono trovato meglio con persone che, sulla carta, hanno in teoria posizioni diametralmente opposte alle mie (cattoliche), che con altri che, almeno in teoria, escono dalla stessa “scuola“. Un esempio per tutti: Alberto Mondini, il naturopata di ARPC (associazion della ricerca sul cancro) col quale devo dire è nata una vera amicizia, persona onesta, limpida, trasparente. O la stessa Francesca Salvador, persona bella, sincera, che mi onora della sua amicizia.

A chi ha operato questa unione, questo raggruppamento, va dato il merito di aver saputo aggregare tanti elementi diversi, tante realtà, facendo condividere una visione, facendo intravvedere un sogno. Peccato che, per fare questo, abbia spinto un po’ troppo sull’acceleratore promettendo (o lasciando intuire) finanziamenti, appoggi, supporti che poi alla fine non ci sono stati. E così, nella settimana convulsa fra Natale e capodanno, tutto (per me almeno) si è concluso. La successione degli eventi è presto detta: di fronte alle difficoltà della raccolta firme (per  l’anticipo della scadenza elettorale, quasi sicuramente fatta apposta), di fronte alla mancanza di fondi (non puoi chiedere a volontari di stare col banchetto fuori tutto il giorno, e di pagarsi pure il gazebo e i depliant), un’ipotesi di apparentamento con un partito-contenitore vuoto, il PPA, espolorata in maniera autonoma, causava l’annuncio della Musu che dichiarava di voler correre da sola: Lista Paola Musu.

Non una mail, non una telefonata, niente di niente: ci eravamo visti in due-tre occasioni, sentiti al telefono, scambiati numerose mail, e di punto in bianco ti abbandona senza neanche salutare. Un comportamento come minimo maleducato, ma direi peggio, funzionale ai poteri forti che dice di voler combattere, perchè ha causato lo sfaldamento di quanto messo faticosamente insieme fino a quel momento. Come buttare all’aria un paziente lavoro di tessitura e mediazione di 6 mesi, così, fregandosene di tutto e di tutti, con la presunzione (sbagliata, visto che solo una settimana dopo diceva: “ops, scusate tutti, non ce la faccio, mi ritiro“) di poter fare tutto da sola.

E lì, nel giro di un paio di giorni, il patatrac. Rossella Giavarini (Reimpresa) che nella riunione audio del giorno dopo lascia tutti in diretta, senza nessuna possibilità di replica e riaggancia il telefono. A dire il vero se l’era già presa qualche tempo prima (con me in particolare) perchè secondo lei se non si è Barnardiani convinti non si ha capito niente (e sul fatto che un imprenditore che per generazioni ha fatto dell’impresa privata la ragione della propia vita e poi si metta a sposare le teorie MMT che vedono lo stato al centro, unico motore dell’economia, ci sarebbe da scrivere un intero saggio, ma non è questo il momento); e nel giro di 24 ore anche Lorella Presotto lascia. Voilà: candidato premier, presidente e presidente onoario, tutti furoi in 48 ore. La lista che si vantava di avere tutte donne ai vertici le perde tutte e tre e si trova senza la sua “testa“.

Rimango io, che per qualche strano motivo ero stato definito “segretario politico“; ci si appresta a salutare l’anno che se ne va, e bisogna ricostruire i cocci per salvare il salvabile. Passo una brutta notte (del 30), il 31 mattina sono a rimuniginare, le telefonate si susseguono incalzanti, ad un certo punto dico: basta. Non mi sento all’altezza. Non credo che sia possibile andare avanti, sarebbe indispensabile cambiare tutto, troppe sono state le aspettative deluse, le promesse mancate, e bisognerebbe fare un altro, l’ennesimo atto di fede che sinceramente mi sembrerebbe un azzardo. E decido di uscire anch’io. Scrivo una mail, spengo il cellulare per due giorni, è fatta: la mia esperienza finisce qui.

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Roma non è stata costruita in un giorno. Se noi che frequentiamo il web pensiamo che basti tradurre in programma politico ciò che giornalmente ci diciamo e scriviamo per avere una qualche possibilità, rischiamo di fare un grosso errore di valutazione. Anzi, questo è il vero inganno di internet e facebook soprattutto: dare l’illusione di compiere una rivoluzione sulla tastiera, di essere liberi perchè si sta mettendo “Mi piace” ad un link; che il mondo stia cambiando perchè pubblichiamo una denuncia di questo o quel politico colluso; e, come sappiamo, “nessuno è più disperatamente schiavo dello schiavo che pensa di essere libero (W.Goethe)“.

Certo, la conoscenza è il primo passo. Certo, per il breve periodo in cui ero impegnato, tutte (e sottolineo: tutte) le persone che sapevano dell’esistenza di qualcosa di nuovo, mi dicevano: “Finalmente! Meno male che c’è qualcuno per cui votare! non se ne può più, di quelli là!” a riprova del totale disallineamento degli attuali partiti dalla gente comune; credo che mai prima d’ora la distanza fra mondo reale e politica sia stato maggiore.

Però bisogna essere molto concreti. Come scritto nel libro “Risvegliati“, con Monia Benini,

  • loro hanno i soldi e noi no.
  • Loro hanno i mezzi di informazione “pesanti” (TV e giornali) e noi no.
  • Loro detengono la possibilità di cambiare le regole, e noi no (per il momento).
  • Loro, ad esempio, possono anticipare la data delle elezioni e impedirti di raccogliere le 60.000 firme necessarie (poi scese a 30.000) per presentare la lista.
  • Loro si fanno invitare in tutti i programmi televisivi, radiofonici, ecc. (quante volte ho sentita quel “nulla” di Oscar Giannino da quando è sceso in campo? E non dice assolutamente nulla di nuovo!), e noi no.

Per cui serve tempo. Serve pazienza. Serve organizzazione. Serva anche umiltà. L’arroganza di chi ti dice: “Se non sei d’accordo al 100% con Barnard non hai capito un cazzo” serve solo al mantenimento dello status quo: divisi e deboli come piace a chi comanda.

Per quanto mi riguarda, credo che mi metterò al lavoro da subito, per le prossime elezioni, in questa direzione. E vedo bene la mia amica Monia  con Nando Rossi (PBC, per il bene comune), e una serie di azioni coordinate con tutti quelli che hanno capito l’imbroglio del signoraggio. Ricordando, per non ripetere gli errori di questa volta, che non c’è nessuno che ci toglierà le castagne dal fuoco al posto nostro. E chi ci promette di farlo, senza nulla chiedere in cambio, potrebbe essere un gatekeeper o un depistatore, funzionale al mantenimento della situazione così com’è oggi.