Su autorizzazione del suo autore (Eliah del Signore) pubblico un suo interessante commento.
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Nella rete si puo’ trovare questo interessante documentario: Adriano Olivetti e Steve Jobs
Che ho deciso di commentare per Ingannati.
Diciamocelo subito: E’ la FIAT per conto della CFR che ha fatto fuori finanziariamente e politicamente Olivetti e forse anche dato un mandato ad ucciderlo per conto terzi. Allora c’era Valletta e sappiamo cosa vuol dire questo nome nei Servizi Segreti italiani.
Dunque, Fiat, Eni, Pirelli, Mediobanca, Matteoli-Cuccia e tutti coloro, a partire da Confindustria che erano legati, chi in un modo o chi all’altro al petrolio e che non voleva che emergesse il modello elettronico-informatico come primizia italiana. Perché si sa, non è un comparto prettamente industriale.
Adriano Olivetti anche se pareva vecchio, è morto a soli 59 anni. Aveva una vita davanti a sé. E l’Italia con lui avrebbe potuto esplorare i confini interminabili del futuro. Ma, ahimè come è bizzarra la storia: l’anno dopo è morto anche il suo braccio destro a soli 37 anni. In questo scenario, due eventi tragici danno una svolta al destino dell’informatica italiana. Il primo è la morte d’infarto, nel febbraio 1960, di Adriano Olivetti. Il secondo, nel novembre 1961, è l’incidente stradale in cui il pioniere dell’informatica italiana, Mario Tchou, muore sul colpo. Tchou è morto a Santhià, vicino Vercelli in situazioni rimaste misteriose. Sarà una coincidenza pure questa? Nato a Roma nel 1924, era figlio di Evelyn Waung e del diplomatico Tchou Yin, che lavorava presso il Consolato della Cina imperiale presso il Vaticano.
Mario Tchou prima di morire si stava recando a Ivrea per discutere del progetto di una nuova architettura hardware a transistor, basata su un nuovo software: il nuovo progetto avrebbe dovuto utilizzare come linguaggio di programmazione preferenziale il Palgo, derivato dell’ALGOL, e un assembler di nome PSICO. L’improvvisa morte di Tchou, successiva di un anno alla morte prematura di Adriano Olivetti, decretò la fine del progetto Elea (il laboratorio guidato da Tchou fu in seguito venduto alla General Electric). Entrambe le morti chiudono un’importante stagione per l’elettronica italiana, che vedeva allora la leadership industriale e tecnologica della Olivetti. Resto di stucco a pensare che di questo genio non si sappia praticamente nulla!
<>. Mario Tchou (http://www.scienzainrete.it/italia150/mario-tchou)
Ho quasi come l’impressione che sia Gates che Jobs abbiano lavorato proprio sui segreti di Tchou. Infatti, come mai nel filmato De Benedetti (che ha finito con il liquidare l’Olivetti) dice che è andato a trovare Jobs nel suo garage e che se allora gli avesse dato una mano oggi sarebbe l’uomo più ricco del mondo? Siamo sicuri sia questo il punto? Oppure bisognava consegnare le tecnologie a chi di dovere e poi starsene buoni?
http://www.ilfazioso.com/quando-quel-genio-di-de-benedetti-non-finanzi-steve-jobs.html
La storiella era stata già diffusa, ma oggi De Benedetti entra nei particolari confessando involontariamente di che natura è fatta la sua imprenditorialità: “Ero in California – racconta- con Jobs feci la più grande stupidaggine della mia vita. Piol mi disse: ‘Ci sono due ragazzi in un garage che che stanno facendo progetti. Passiamo un attimo’. Vidi ‘sti due ragazzi, erano Wozniak e Jobs (…) che mi chiese se ero disposto a mettere un milioni di dollari di allora 1980, per avere il 20% dell’azienda. Io dissi a Piol: ‘Ma non stiamo a perdere tempo con questi due ragazzi, abbiamo cose più serie da fare’”. Persino Furio Colombo fu Presidente Olivetti. Pensate a quanto poco potesse interessare la FIAT da metterci dentro due uomini suoi, come fa oggi con Mario Monti, che dopo aver lavorato per oltre un decennio nel board of director FIAT ora, a parte Montezemolo che fa finta di finanziarlo per la prima volta parlando del nuovo che “sale in politica” fanno finta di non averne mai saputo nulla di lui.
Il fatto è davvero sconcertante, soprattutto se si aggiunge che avevamo l’omologo di Steve Jobs in Adriano Olivetti, che nell’innovazione fu veramente lungimirante, anticipando coloro che prendiamo come anticipatori, gli USA. Dopo il successo del calcolatore CEP di Pisa negli anni ’50, chiamò un giovane ricercatore italo cinese dell’università americana Mario Tchou (fuga di cervelli verso l’Italia !!?) per realizzare negli anni ’60 insieme ad altri giovanissimi ricercatori italiani l’ Elea 9003, il primo computer commerciale a transistor, ricco di innovazioni come la costruzione logico sistemistica, il multitasking ecc. Tecnologia da primato assoluto resa ancora più invidiabile per il design sofisticato di Ettore Sottsass . Furono anni di successi travolgenti come il primo calcolatore programmabile dal design accattivante di Mario Bellini, Programma 101, ritenuto il primo personal computer, copiato due anni dopo averlo esposto al BEMA di New York dalla Hewlett Packard che dovrà versare alla Olivetti 900 mila dollari di royalties. Ma erano anni difficili, era già avvenuta la scomparsa di Mario Tchou e Adriano Olivetti, disgrazia che ebbe la punta dell’iceberg in De Benedetti, altro mito da sfatare, andato a produrre in Vietnam e finanziatore di giornali contro la delocalizzazione…. http://slashars.wordpress.com/2012/11/02/lo-strano-di-steve-jobs/
Siamo però agli epiloghi. Carlo De Benedetti entra nella Olivetti nel 1978. Praticamente è lui che ha impedito lo sviluppo del polo informatico in Italia lasciandolo in mano agli americani. Strategia militare? Il 78 non è un anno qualunque: muoiono Moro e Giovanni Paolo I. Il CFR, il Bilderber e la Trilateral e per loro Henry Kissinger, intimo amico di Gianni agnelli, stanno premendo sull’Italia. E’ il momento di impedire ogni riscossa. Adriano Olivetti viene additato come socialista-comunista-rivoluzionario. Al pari di Pasolini che è pure gay. E il Vaticano, con lo IOR, ne prende le distanze da entrambe.
Ma Tchou? Che c’entra Tchou che fra l’altro era di casa in Vaticano? Dal punto di vista tecnico ebbe la grande intuizione di utilizzare il silicio nell’hardware; soluzione destinata a diventare la base dell’informatica, anche dei giorni nostri. Dal punto di vista organizzativo Tchou non fu da meno, rompendo i rigidi schemi aziendali e dando vita ad un gruppo di ragazzi ai quali non veniva chiesto di timbrare un cartellino (anzi era concesso freetime in orario aziendale), quanto di realizzare un obiettivo. Ciascuno il suo, come meglio riteneva. Anzichè puntare sulle “teste bianche”, Tchou scommetteva senza paura sui giovani: “perché le cose nuove si fanno solo con i giovani. Solo i giovani ci si buttano dentro con entusiasmo, e collaborano in armonia senza personalismi e senza gli ostacoli derivanti da una mentalità consuetudinaria”, lamentando al tempo stesso la cronica assenza del nostro paese di un partner finanziario come lo Stato.
Alla morte di Olivetti l’azienda passa ad un colosso costituito da Fiat, Pirelli, Imi e Mediobanca; i quali vedono nel settore elettronico “una minaccia”: «In piena Guerra Fredda i calcolatori sono “tecnologia sensibile”», spiega il consigliere della presidenza del Consiglio dei ministri e addetto scientifico dell’ambasciata Italiana a Pechino, Giuseppe Rao. Se i computer sono stati gli 007 della Seconda guerra mondiale, all’inizio degli Anni 60 i tentativi della Cina di acquisire i saperi di una «tecnologia sensibile» sono l’argomento di chi sostiene la tesi dell’attentato a Tchou. Di fatto, nel 1964, l’azienda vende la Divisione elettronica all’americana General Electric.
Due anni prima era morto il presidente dell’Eni Enrico Mattei, che, dando scacco alle maggiori compagnie petrolifere mondiali, aveva rotto il monopolio delle fonti di idrocarburi per fare fronte ai rapidi consumi dell’Italia del boom. E si scopre ben presto che dietro a tutto c’è Eugenio CEFIS il fondatore per conto del CFR fondò in Italia la P2, quella che poi passerà in mano a Licio Gelli. E Pasolini aveva capito questo, scrivendo il libro Petrolio. Il giorno 1 di novembre, la sera, incontra Furio Colombo allora giornalista, e il giorno 2 novembre 1975 lo trovano cadavere all’idroscalo di Ostia. Pelosi di recente si fa intervistare da Walter Veltroni
http://www.youtube.com/watch?v=I7Zc2fMIfrU
Pasolini era stato anche collaboratore e consigliere di Olivetti, come molti artisti italiani del calibro di Eduardo De Filippo, così come molti architetti che realizzeranno le città-azienda, veri capolavori di società.
http://www.storiaolivetti.it/upload/pasolini1.jpg
Pasolini in precedenza aveva già tenuto due conferenze a Ivrea, sempre per iniziativa del Centro Culturale Olivetti, nel 1957 e nel 1966. Il Centro Culturale, nato nel 1951, organizzava per i dipendenti numerose manifestazioni culturali con dibattiti e convegni su temi di attualità, invitando specialisti di fama e personaggi di spicco della cultura contemporanea.
Persino Enrico Fermi (e qui sto parlando di ebrei, perchè anche Olivetti lo era) aveva suggerito investimenti sul campo dell’elettronica.
Ma qui rischiamo di parlare di un’altra storia, come quella in cui Giulio Carlo Argan, con l’approvazione di Pio XII e di Pasquale Rotondi salvarono tutto il patrimonio culturale italiano dalle grinfie di Hitler e soprattutto degli inglesi.
http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntate/la-lista-di-pasquale-rotondi/399/default.aspx
Questa è un’altra storia che nessuno ci ha mai raccontato. Dove nel 1991 Pasquale Rotondi muore investito da un motociclista il 2 gennaio, ed il sindaco di Sassocorvaro (Pesaro Urbino) Oriano Giacomi che lo aveva riscoperto -dopo anni di oblio fatto cadere sull’eroe che salvò l’arte italiana- è stato arrestato nel 2010 per detenzione di immigrati. Ci basta come prova per comprendere che dovremmo dar vita alla operazione salvataggio, creando una vera arca dove far salire i geni, gli artisti, i capitani di impresa, gli uomini e le donne di buona volontà.
Di Adriano Olivetti già sapevo qualcosa (non ancora questo però), la sua dipartita già mi puzzava di omicidio (ne pubblicai nel 2010).
Che dire… costruiamo quest’arca, della quale mi propongo quale umile servitore.
Costruiamo un ‘Arca carichiamola di tutti i mascalzoni che hanno contribuito allo scempio dell’Italia ed affondiamola!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ecco l’ennesima riprova della ragione per la quale stanno distruggendo la Nazione Italiana: Ne hanno paura. Hanno paura dei nostri talenti e delle nostre capacità.
Un’altro gigante come Olivetti fu l’ing. Innocenti, inventore del moto scooter. Quello piegò un tubo di acciaio usato in edilizia, gli unì una ruota d’areoplano (con l’asse sostenuto solo da un lato) ed un piccolo motore. Ed ecco fatto. Nelle strade italiane distrutte dalla guerra sin dal 1948 circolavano i primi motoscooter.Nelle strade brasiliane si vede oggi un’invasione di motoscooter Yamaha ed altri di fabbricazione giapponese, molto simili alla lambretta ed alla vespa. Mi fanno ridere, poveri pellegrini. Siamo nel 2013; come mai non si vedono qui i motoscooter e le motociclette italiane? Ci dev’essere dietro lo zampino di qualche P.. (scusate, stavo per dire : Porco!
Veramente stanno distruggendo tutte le nazioni. Noi lo sentiamo particolarmente per le nostre persone, perché le conosciamo, ci sono vicine. Ma vi è in atto una distruzione sistematica di tutte le grandi menti (pensa a Nikola Tesla, serbo).
Comunque hai ragione ad essere indignato.
Concordo Davide.
Alcuni giorni fa avevo invitato gli amici di Ingannati ad una riflessione, che qui riporto:
Apocalisse XIII
15 Le fu anche concesso di animare la statua della bestia (internet che anima il computer) sicché quella statua perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la statua della bestia.
17 gennaio 2013 notizia di attualità: Il blogger (Aaron Swartz 26 anni, trovato “suicidato”, in realtà era un genio dell’informatica) ha criticato anche l’amministrazione Obama per la sua famosa “kill list”, ovvero la sua politica degli omicidi mirati. Cosi’ si e’ svelato che ogni settimana viene sottoposta ad Obama una lista di “nemici da eliminare”, redatta da cento alti funzionari di Cia e Pentagono….Swart era anche un’attivista nell’ambito dei diritti digitali.
Ma chi è oggi che parla di queste cose in Vaticano? I segni dei tempi sono evidentissimi.
Scrivo ad Alberto per poter avere il suo indirizzo mail.
Abbiamo un amico in comune e sono un lettore di contro-informazione, o forse di vera informazione, e il motivo della mia richiesta era per avere un tuo aiuto (ti dò del tu….) nel diffondere l’informazione anche ai tuoi contatti per un ciclo di incontri che abbiamo organizzato per febbraio qui a Tezze sul Brenta (VI).
Se mi risponderai te ne mando una copia così potrai valutare tu stesso la bontà della ns. iniziativa e se il caso o no di fornirci questo tuo prezioso aiuto.
Cordialmente un caro saluto e un sentito ringraziamento per la tua testimonianza.
Silvano
Se mi mandi il programma, volentieri pubblico!
[…] Alberto Medici, su Ingannati del 21 gennaio 2013. Su autorizzazione del suo autore (Eliah del Signore) pubblico un suo […]
Nel filmato in cima, che riporta due storie, quella di Adriano Olivetti e quella di Steve Jobs fa, Il commentatore, Mieli,verso la fine un’importantissima considerazione:
Mentre Olivetti si trovò ad operare in un ambiente tutto sommato ostile: la società italiana, Steve Jobs su invece aiutato ed aveva il vento in poppa, ovvero l’approvazione e il sostegno del suo paese, dato che gli americani in generale sono più disposti ad approvare gli innovatori anche quelli più audaci, mentre il popolo italiano, e non voglio parlar male della mia Nazione, non approva gli innovatori, cerca di criticarli, boicottarli ed ostacolarli, forse dando credito a chi malignamente li sa manipolare ed ingannare mediante l’informazione, anche etichettandoli come “complottisti”.
Ma questa massa ignorante, che in breve si risveglierà in mutande in pieno inverno, dopo che i furbi gli avranno portato via, appunto con l’inganno la loro stessa casa, che i loro genitori avevano costruito con una vita di penose rinuncie e sacrifici.
Quando rileggo i miei testi, scritti di getto, scopro un’infinità di errori di sintassi, di ortografia…
Vogliate perdonare e tentare di interpretare le miei idee anche se scritte in forma orribile. Avrei dovuto dire:
Nel filmato in cima sono riportate due storie: Quella di Adriano Olivetti e quella di Steve Jobs. Verso la fine, il commentatore Mieli fa una importantissima considerazione|:
Mentre Olivetti si trovò ad operare nella sociatà italiana: un ambiente tutto sommato ostile, Steve Jobs fu invece accolto ed aveva il vento in poppa, ovvero l’approvazione e il sostegno del suo paese. Gli americani in generale sono disposti ad accogliere ed approvare gli innovatori, anche quelli più audaci, mentre il popolo italiano non li approva. È più disposto a criticarli, a boicottarli ed ostacolarli, probabilmente dando credito a chi malignamente lo sa manipolare mediante l’informazione.
Ma questa massa ignorante in breve scoprirà di essere in mutande in pieno inverno, allorchè i furbi (le banche e le classi politico-amministrative)dopo averli apostrofati con l’epiteto di “complottisti”, gli porteranno via con l’inganno la loro stessa casa, quella che i loro genitori avevano costruito con vita di penosi sacrifici.
Vero, a noi manca un po’ di sano nazionalismo. Meglio, manca ai nostri governanti che a tutti rispondono fuorchè al popolo italiano. Hai visto il post di Blondet in cui faceva vedere comela Fed alimenta e finanzia imprese (vedi Google) che non starebbero su un mercato normale, ma h nel contempo “castrano” ogni altra iniziativa imprenditoriale?
Sono uno che alla Olivetti ha lavorato allo stabilimento di Pozzuoli e posso dirti che stavamo da padreterni fino a che non è arrivato De Benedetti che ha fatto di tutto affinchè tutto abdasse a rotoli. A lui interessava solo trattenere la tecnologia dei futuri telefonini che ha venduto a DOUTCH TELECON che a sua volta l’ha ceduta a VODAFONE: I dipendenti Olivetti, che per Adriano Olivetti dovevano esse l’emblema della sua visione sociale rappresentavano un ostacolo per gli industriali come Valletta e Compani e che erano contro l’idea di Adriano che diceva che il lavoro doveve essere portato nelle località dove vive la genete e che questa non doveva essere sdradicata dalle proprie origini. Al contrario i maestri dell’industria Italiana di allora diceva che per ottenere un maggior profitto bisognava dividere l’Italia in due settori all’Italia del nord il potere Economico e a quella del Sud quello politico e l’una sussisteva in funzione dell’altra. Questo spinse le masse del Sud a sposyarsi al nord e facendo in modo che una buona parte di quello che guadagnavano lo spedessero al nord. Per le dure condizioni di vita che avevano nelle loro terre native il lavoro nelle industri del Nord era un paliativo e potevano anche disporre di danaro per fare acquisti diversificati a differenza del baratto cui erano costretti nelle lorro terre. La loro condizione pesante in fabbrica, a differenza dei dipendenti Olivertti che avevano TUTTO, era lka linfa vitale affinche il sindacato potesse giustificare la sua operosità e ragione d’essere.. Tornando ad Adriano Olivetti qualcuno dovrebbe spiegarci perchè era spiato dai servizi di spionaggiop di mezzo mondo e perchè negli stabilimenti c’erano infiltrati che hanno sempre cercato di sabotare il prodotto finito e noi lavoratori ne abbiamo scoperti più di uno mettendoli a mal partito. Mi ricordo nel 1969 che i Sindacati organizzarono i picchettaggi davanti agli stabilinenti quando si chiedeva di ridurre l’orario di lavoro a 44 ore mentre noi dell’Olivetti ne facevamo gia 40 settimanali e avevamo il premio di produttività con livelli di assenteismo dfa prefissi telefonici.
Quando sono andati via da quella che era diventata una bolgia e sono andato a lavorare in un’altra azienda ho cercato di portare un poco della mentalità olivettiana in essa con enormi progressi sia per la produzione che per gli interessi dei proprietariche per dipendenti abbiamo trovato contro nel combatterci proprio i sindacati e parte dei politici che ci hanno portato a chiudere l’azienda. Questo è un triste lato della realtà italiana che da sempre è stata considerata una colonia e non una nazione gia da quando è stata fatta la cosidetta unità d’Itali.
Grazie di questa rara e preziosa testimonianza. Se vuole approfondire, magari con un articolo completo (mia mail: medicialberto@yahoo.it), pubblicherò volentieri.
MOLTI INDUSTRIALI DEL PASSATO E DEL PRESENTE QUANDO PARLANO DI OLIVETTI DEVONO LAVARSI LA BOCCA CON LA CANDEGGINA.
PER LA POCHEZZA INTELLETIVA, PER L’AVIDO D’ENARO E PER LA SETE DI POTERE DI TUTTI QUELLI CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA FINE DELLA OLIVETTI.
CERTO NON POTEVANO ESSERE D’ACCORDO SUL FATTO CHE OLIVETTI TRATTAVA I SUOI COLLABORATORI COME PERSONE E NON COME UNITA’ LAVORATIVE DA SPREMERE FINO ALLA MORTE MANTENENDOLI NELLA PIU’ ESASPERATA IGNORANZA E DEPRIMENTE CONDIZIONI DI VITA.
COME FACEVA LA FIAT,L’IRI,MEDIOBANCA ECC.ECC.
ANCHE I SINDACATI DI ALLORA STAVANO CONTRO OLIVETTI,PERCHE’ LI HA BUTTATI FUORI A CALCI, E CHE NON C’ERA BISOGNO DI LORO PER TRATTARE CON I SUOI COLLABORATORI.
ADRIANO ERA QUELLO CHE CHIEDEVA LUI DI COSA AVESSERO BISOGNO PER STARE MEGLIO, MAI I COLLABORATORI HANNO I AVANZATO UNA RICHIESTA DI MIGLIORARE LE PROPRIE CONDIZIONI
FACCIAMO UN SEMPLICE PARAGONE:
LA FIAT—QUALI SERVIZI GARANTIVA AGLI OPERAI? NESSUNO,
QUANTI MILIARDI A SOTTRATTO ALLO STATO CON I FINANZIAMENTI DEL DANARO PUBBLICO,CON IL SOLITO RICATTO DI CHIUDERE GLI STABILIMENTI,A TUTT’OGGI MARCHIONNI HA RICEVUTO MILIARDI DI EURO PER INVESTIRE IN ITALLIA,INVECE HA SPESO I NS.SOLDI PER SALVARE LA CRYSLER AMERICANA,HA SPOSTATO LA SEDE AMMINISTRATIVA ALTROVE NON PAGA PIU’ LE TASSE IN ITALIA,E NOI PECORONI COMPRIAMO LE MACCHINE FATTE ALTROVE CON I NOSTRI SOLDI.
OLIVETTI– MAI LICENZIATO NESSUNO .FINO (1990)POI SONO ARRIVATI GLI AVVOLTOI.E SE LA SONO
MANGIATA
SERVIZIO SANITARIO PROPRIETARIO (IL MEGLIO CHE ERA DISPONIBILE)
CASE PER I COLLABORATORI
BIBLIOTECHE
COLONIE MARINE E MONTANE.
SCUOLE.
ASILI NIDO
MENSE
PAUSA DI LAVORO .
PARCHI GIOCHI ECC. ECC. ECC..
MA QUALE INDUSTRIA DI OGGI E’ IN GRADO DI DARE TUTTO QUESTO,? CREDO NESSUNA.
SOLO CHI NON HA LAVORATO IN OLIVETTI PUO’ DEFINIRE UTOPIA IL SOGNO DI ADRIANO,MA PER NOI NON E’ STATO UN SOGNO, MA PURA REALTA’ VISSUTA.
GRAZIE ADRIANO, SEI STATO E RIMANI IL MIGLIORE INDUSTRIALE AL MONDO.
Grazie a lei di questa testimonianza toccante!