ladri-di-biciclette

Quando si tratta di signoraggio, e si accenna alla generica “funzione di creazione di denaro dal nulla“, si commette una approssimazione utile alla comprensione del fenomeno ma che si espone alla osservazione, inevitabile, “ma le banche mica hanno la stampante per fare i soldi!“. Così, mentre è chiaro a tutti che un falsario commette un crimine, se invece si parla di meccanismi di riserva frazionaria, regole di accounting, ecc., risulta complicato far capire all’uomo della strada dove stia il crimine in sè.

Immaginate che Mario voglia comprare un appartamento, e gli servano 1000.000 €; non li ha, e quindi va in banca a chiederli in prestito. La banca chiede a Mario quali garanzie Mario possa dare in cambio, e Mario, che pure non ha i soldi, conta sul fatto che li avrà in futuro, perchè magari ha un lavoro. Ma la banca comunque chiede il bene oggetto dell’acquisto (la casa) in pegno, e la ipoteca, in modo che, in caso di mancata restituzione della somma (oltre agli interessi), la banca si terrà il bene. E così avviene la transazione. Cosa c’è di sbagliato in tutto questo? Mario voleva la sua casa, e l’ha ottenuta. Il venditore della casa voleva i suoi soldi, e li ha ottenuti. La banca ha svolto il suo ruolo di mediatore finanziario secondo le regole, e lo ha fatto, oltretutto traendone un utile. Dove sta il crimine? Chi è l’offeso, il perdente di questa transazione?

Pensate: se Mario ruba a Piero la bicicletta, è tutto chiaro: Mario è il ladro, Piero è il derubato, il crimine è un furto di bicicletta. ma nella transazione bancaria di sopra dove sta l’illecito? Non si sono comportati tutti secondo la legge? Certo; il problema è che non sempre cià che è legale è anche morale, o lecito, o privo di conseguenze per qualcuno. Ma ripeto: chi è che ci ha rimesso, nella transazione sopra? Chi è il danneggiato?