AGGIORNAMENTO DEL 26 OTTOBRE: NON SE NE FA NULLA.

Appena parlato con l’assessore alla cultura, mi ha detto che per motivi di costo non mi può dare la sala civica, ma una sala secondaria, assolutamente peggiore per confronto con la sala civica; oltretutto non nelle date che avevo chiesto, oltretutto non di venerdì; la sala civica (che dovrebbe, secondo me, essere civica, cioè della cittadinanza, anche perchè pagata e mantenuta con i soldi di noi contribuenti), costa troppo“: “le regole che ci siamo dati richiedono che chi chiede la sala civica debba pagare 300 € per serata”, e così una iniziativa che non costava nulla, che organizzavo io, che pubblicizzavo io, per la quale non chiedevo assolutamente nulla, se non la possibilità di utlizzo di una struttura pubblica, quindi anche mia, non si potrà fare. Oltretutto una delle motivazioni è che “se non si riempie la sala civica, risulta triste..” Ma come? Per la rassegna “Corti a Ponte” di quest’estate, moltissime serate ci sranno state sì e no 15 persone, e allora? Lì non era un problema, se le persone erano poche?

Uno che la sapeva lunga disse una volta che “a pensar male si fa peccato, ma di solito ci s’azzecca“. Io credo che se avessi proposto temi meno “scottanti” sarebbe andato tutto liscio. Che so, l’evoluzione dell’arte del tatuaggio dal medioevo ai giorni nostri, per esempio. Che tristezza. Se leggo in giro di comuni coraggiosi, dove i sindaci e la giunta fanno interrogazioni per conoscere il fenomeno delle scie chimiche (in Emilia), dove organizzano serate anti-usura con imprenditori locali (Santa Maria di Sala), dove magari promuovono forme di monete complementari, e poi penso al mio, di comune, dove non si vuole affrontare nulla che non sia assolutamente ortodosso, mi viene un po’ di sconforto. E pensare che il sindaco è molto giovane, e da un giovane uno si apetterebbe un po’ di coraggio in più…

 

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Le date non sono ancora confermate, ma sembra che alla fine ce l’abbiamo fatta.

Di cosa parlo? Da oltre un anno ho scritto al mio comune per provare a fare qualche serata informativa, e ho dovuto insistere e attendere parecchio, per avere l’OK, adesso sembra che le faremo, e la bozza di locandina è quella che vedete qui. (date ancora da confermare).

Vi prego, partecipate numerosi, non lasciateci in sala (oltretutto una sala comodissima, nuovissima, con poltroncine, ecc.) in 5 a guardare questi documentari, cosicchè il sindaco e l’assessore alla cultura mi possano dire: “Visto? Non gliene frega niente a nessuno di queste cose!”