Chiedo scusa se torno per l’ennesima volta su temi abbondantemente trattati, ma qui chiedo il supporto degli amici per capire se mi sto sbagliando e, in tal caso, DOVE. Ripercorro per punti il ragionamento in modo che sia più facile commentare con preciso riferimento.

1. La creazione di moneta dal nulla (alcuni la chiamano “emissione“, ma tant’è) è oggigiorno operata da privati, nelle due forme: signoraggio primario (banche centrali, oggi la BCE) e banche commerciali, che prestano denaro.

2. Tale creazione genera inflazione (so che la MMT sostiene che non è vero, ma non riesco a capire il perchè), e questo può essere un problema, ma non è il principale; Anche Auriti diceva che la produzione ci deve essere, ma bisogna perseguire il fine della “rarità” della moneta, o della sua giusta quantità; ma – ripeto- non è qui il problema.

3. Il vero problema è che l’autonomia del privato nell’emettere moneta fa sì che questi, nelle sue scelte, favorisca il bene privato a quello pubblico (ad esempio perchè è più conveniente e sicuro finanziare un produttore di armi piuttosto che una cooperativa che fa assistenza agli anziani, o perchè è più sicuro finanziare opere immobili – e da qui la bolla immobiliare, o perchè è più sicuro comprare titoli di stato che prestare soldi alle aziende che investono e creano posti di lavoro, ecc. ecc.: gli esempi sono infiniti).

4. Scoperto il problema, si deve trovare la soluzione: ma mentre per le banche centrali e il signoraggio primario la soluzione si trova (nazionalizzazione), per le banche commerciali (signoraggio secondario), non riesco a venirne fuori, e questo è il paradosso che non riesco a risolvere.

5.Ipotesi estrema: la banca commerciale non può prestare il denaro che i correntisti hanno depositato: la banca diventa una cassaforte, una cassetta di sicurezza: scartato.

6. Estremo opposto: la banca presta ESATTAMENTE (cioè, tutto)  ciò che i correntisti hanno versato. E qui cominciano i problemi. Semplificando, ipotizziamo che esista una sola banca che cominci ad operare oggi (magari anche questa semplificazione è fuorviante, ma per il momento seguite il ragionamento). Un correntista (A) deposita 100.000 €, accettando di incassare il 3% di interessi annui. Ora la banca ha in cassa 100.000€ che il giorno dopo presta ad un altro che (B) deve comprarsi la casa; e li acquisisce, ipotesi, al 7%. La banca guadagna dalla diferenza fra i tassi attivi e passivi, cioè il 4%.

7. Adesso arrivano i problemi. Se chi ha venduto la casa (C) porta i suoi 100.000€ in banca, quelli sono GLI STESSI di prima, ma per la banca è come se fossero NUOVI 100.000 €. E quindi potrà prestarli ad un quarto personaggio (D). Alla fine ci saranno DUE creditori (A e C) di 100.000 € e DUE debitori di 100.000 € (B e D). Voilà: raddoppiati i soldi circolanti

8. Possibile soluzione: la banca non può prestare TUTTI i soldi che ha in cassa, ma deve tenerne una quota (la riserva frazionaria, da cui il Fractional Reserve Banking) in cassa. Il problema non è risolto: per qualunque riserva frazionaria, si dimostra che l’effetto leva permette la creazione di denaro. E allora? Torniamo al 100% del punto 5? Ma in tal caso diventerebbe una cassaforte, e perderebbe il suo significato.

Si accettano (anzi, si sollecitano) suggerimenti.