A seguito di alcune domande esposte in questo post, ho avuto le risposte che volentieri pubblico.

Premetto che non mi sembrano pienamente esaustive, ma, si sa, il processo di ricerca di nuovi modelli non è immediato, e un po’ di dialettica ci sta tutta. Aspetto un po’ prima di commentare e rispondere.

Buona lettura, e complimenti a questi divulgatori volontari che, mi sembra, sono brave persone che in buona fede si sbattono, come la maggioranza di tutti noi, perchè,  i nostri figli possano un domani vivere in una società migliore di quella che rischiamo (se non facciamo nulla e continuiamo ad occuparci solo di chi vincerà il campionato e di quanto guadagna questa o quella velina) di lasciargli in eredità.

§§§§§§§§§§§§§§§§

Gentile Alberto,

viste le domande che pone, provvediamo a dare le opportune risposte.

La serata, un incontro privato ad inviti, è stato organizzato e gestito da “ragazzi” del Movimento 5 Stelle, che ringraziamo per l’invito e l’ospitalità.

Prima di ogni altra cosa ci teniamo a sottolineare che la “Conversazione Civile“, che andiamo proponendo, è quasi un evento teatrale in dimensione ridotta, in cui, di volta in volta con i partecipanti parliamo di macro economia (quella che si riferisce agli Stati). La nostra attività ha avuto inizio nello scorso marzo.

Si tratta di un incontro che si svolge in prevalenza in forma privata; le persone che assistono ad una conversazione hanno la possibilità di organizzarne a loro volta con 8, 10, 15 ospiti da loro invitati e in un luogo a loro scelta, in genere nel soggiorno di casa, tutti “sostenuti” da un panino al salame e una fetta di torta, e noi interveniamo in qualità di “divulgatori”. Talvolta ci limitiamo a fare i “facilitatori”, perché sempre più spesso le persone hanno già quanto serve dentro di sé e solo qualche piccolo supporto tecnico e “incoraggiamento” logico permette loro di fare tutte le “scoperte” e di “vedere” con sguardo finalmente lucido la realtà dei fatti economici.

Ogni incontro cerca di essere una conversazione, intensa, approfondita, accurata e rigorosa sugli argomenti dell’economia e in particolare dell’economia italiana. In genere prevediamo un paio d’ore ma, senza alcuna eccezione, l’interesse, la partecipazione e le domande dei partecipanti e le relative risposte fanno durare gli incontri molto più a lungo, come Lei ha sperimentato. Il parlare con le persone presenti e rispondere alle loro domande, nel limite del tempo e delle nostre possibilità, è ciò che rende più bello e stimolante questo nostro impegno. I contenuti proposti derivano da valutazioni, giuste o sbagliate che siano, del tutto  autonome dello staff e di cui ci assumiamo la responsabilità.

Si tratta quindi di un evento divulgativo, questo almeno è il nostro proposito, in forma di conversazione. Alcune delle persone che hanno assistito ai nostri incontri, motivate ed entusiaste hanno deciso di organizzare incontri molto più allargati, sempre ad invito, raramente pubblici, in cui oramai sempre più spesso ci troviamo di fronte platee di 50, 100 e anche 150 persone. Lo scorso luglio ad un incontro partecipò un attivista 5 Stelle e da qui la genesi della serata a cui Lei ha partecipato.

Il nostro staff è composto da oltre 20 divulgatori, tutti volontari, persone che hanno deciso di “imparare” il compito e oggi viaggiano, in base alle richieste, letteralmente di casa in casa in questa opera di divulgazione, di incontro e di cultura e lo staff continua a crescere di giorno in giorno. Tra noi ci sono medici, consulenti, avvocati, grafici, impiegati, ingegneri, mediatori culturali, infermieri, operai, insegnanti, casalinghe, informatici .. insomma, di tutto un po’ e, in sostanza, persone che hanno compreso che l’economia si può capire, la si può divulgare e si può far conoscere in modo semplice, solo con la minima necessaria pazienza.

Chiariamo quello che non è “Conversazione Civile“. Non è un movimento politico, non è un partito o aspirante tale, non è legato ad alcuna organizzazione politica o assimilabile. Ci proponiamo esclusivamente di fare divulgazione seria, accurata e rigorosa, di fornire strumenti di conoscenza alle persone.
Finché continuiamo ad essere chiamati siamo portati a ritenere che qualche chiarimento lo forniamo.
Sapranno poi le persone orientare le loro decisioni e le loro scelte in ogni ambito di loro interesse, ci auguriamo da un livello più ampio di consapevolezza.

Se ritiene che quello che facciamo sia di suo interesse, invitiamo Lei e ogni altro lettore ad organizzare un incontro inviandoci una mail al seguente indirizzo: conversazionecivile@gmail.com.

Per quanto riguarda i suoi quesiti, vediamo di dare qualche indicazione, nel limite del possibile, secondo l’ordine da lei proposto.

(in grassetto riporto le mie domande per semplificare la lettura)

1) DOMANDA: perchè non parlate mai di signoraggio? Esiste un motivo “di forma” o strategico, esite un diktat di Barnard o di Grillo, o c’è un altro motivo?

RISPOSTA

Gli strumenti illustrati e divulgati superano e risolvono ampiamente il problema; è esclusa la presenza di qualsiasi “diktat” o altro da altri soggetti esterni allo staff; ribadiamo che la scelta dei contenuti, giusta o sbagliata, condivisa o meno che sia, è una scelta del tutto autonoma. Per capire perché sia un problema risolto, si dovrebbe partecipare alla conversazione civile nella sua interezza e, a conclusione, con tutti i dati e gli strumenti illustrati in modo opportuno, ecco che il quesito si affronta e si risolve, in senso positivo, in pochi minuti. Talvolta non si esamina il problema per semplice “saturazione” cognitiva delle persone presenti anche se, giunti lì, lo sforzo ulteriore sarebbe minimo. In genere è un quesito che emerge in modo spontaneo quando tra le persone presenti c’è qualcuno più “ferrato” in materia.

Lo facciamo in quella sede e in quel momento perché è li che siamo certi di aver fornito tutti gli elementi preliminari per comprendere perché e come il problema sia risolto. Tentare di farlo a prescindere dalla conoscenza e dalla comprensione della materia delle singole persone sarebbe, dal nostro punto di vista, presuntuoso e inefficace, e, allo stesso tempo, la nostra scelta divulgativa è indirizzata alla conversazione personale e lasciamo ad altri, più capaci ed esperti, l’utilizzo di altri canali e strumenti.

 

2) DOMANDA Anche perchè se si parla di signoraggio non si può non nominare il signoraggio secondario, effettuato dalle banche commerciali con il meccanismo della leva frazionaria. Se la MMT non prevede l’eliminazione di questo meccanismo, lascia in mano alle banche la capacità di creare moneta, quindi è una soluzione monca. MMT vuole eliminare il FRB (fractional reserve banking)?

RISPOSTA

Su questo punto vale quanto detto al punto precedente.

 

3) DOMANDA “L’emissione di denaro non genera inflazione”. Difficile da sostenere. Non sto dicendo che l’inflazione è il male assoluto, però una tale afermazione va veramente contro la logica.

RISPOSTA

Su questo “mantra” per cui “emissione monetaria = inflazione”, che è stato conficcato nella testa e nella visione distorta dell’economia di una moltitudine di persone, la risposta è chiara, univoca, certa e dimostra che tale “mantra” è falso se si opera in modo corretto. Poiché a domande complesse talvolta non è possibile dare risposte semplici dobbiamo rimandare alla letteratura. Randall Wray, nel suo Understanding Modern Money: The Key to Full Employment and Price Stability, fornisce tutti i rudimenti per inquadrare l’argomento e nelle opere successive chiarifica a fondo il problema. È li quindi che è possibile ritrovare il miglior chiarimento in merito anche se richiede un considerevole sforzo di studio e di comprensione.

Tanto per tratteggiare la questione si deve cominciare a comprendere che “l’inflazione”, quella “sperimentata” dalle persone tutti i giorni nel fare la spesa, è composta da due fenomeni denominati “inflazione interna” e “inflazione esterna” ciascuno con dinamiche e origini diverse. Ogni volta che si parla di “inflazione” e non si distinguono questi due aspetti si introduce una piccola distorsione che, a cascata, produce dei gravi fraintendimenti nel comprendere il problema, le sue origini e le relative soluzioni.

Segnaliamo, senza addentrarci in spiegazioni approfondite, che in caso di “moneta merce” l’emissione monetaria che non sia coperta da opportune riserve metalliche (auree) genera inflazione interna derivante dalla svalutazione intrinseca della moneta stessa, mentre in caso di “fiat money” l’inflazione interna è legata all’andamento della “domanda” e, quando l’emissione monetaria è gestita in modo corretto, non genera inflazione, fino a quando il sistema non arriva a piena produttività e piena occupazione. Una volta giunti lì si entra in un altro “territorio” e si devono adottare metodi di emissione e controllo specifici. Se l’emissione monetaria è gestita invece, in una qualsiasi fase, in modo approssimativo i risultati possono essere disastrosi. Durante gli incontri illustriamo con chiarezza il corretto meccanismo di emissione monetaria che evita fenomeni inflattivi interni fino alla fase di piena produttività e piena occupazione, mentre per la fase successiva, dato l’eccessivo tecnicismo, non si affronta l’argomento a meno di quesiti specifici. Per le medesime ragioni illustrate sopra, tentare una spiegazione analitica senza tutte le opportune premesse, risulterebbe poco comprensibile, viceversa, avendo un panorama completo del contesto, è possibile, sempre in sede di conversazione, nostro ambito divulgativo di elezione, inquadrare la risposta in pochi minuti con la massima chiarezza.

 

4) DOMANDA Lo stato ipotizzato da MMT parte dal presupposto che tutto possa rientrare sotto il cappello della spesa pubblica e di una economia pianificata. Domando: la MMT si rende conto del rischo che questo comporta? E degli eventuali anticorpi da immettere nel sistema per evitare un eccessivo accentramento di potere nelle mani di pochi, pochissimi delegati che, inevitabilmente, sarebbero tentati di approfittare? (non dimenticare che Draghi ha detto: “meno male che ci pensaimo noi banchieri a fare i soldi, se ci pensdassero i partiti, sai che magna magna?” In questo ricordando il bue che dà del cornuto all’asino) Gli anticorpi sarebbero: a) democrazia diretta: il budget va sottoposta a votazione popolare; b) ritorno del controllo sul territorio; c) stato “leggero“: interventista solo dove è assolutamente necessario, ma non i concorrenza con il privato nei settori che non gli sono specifici.

RISPOSTA

Nell’ambito della conversazione nessuno dei diversi modelli economici presentati ed esaminati ipotizza una qualche forma specifica di Stato, meno che mai fa riferimento a sistemi di “economia pianificata”. La MMT non fa eccezione, non ipotizza alcuna forma di Stato e non prevede alcuna forma di “economia pianificata”. La MMT illustra e dimostra piuttosto che uno Stato, in qualsiasi forma politica sia configurato, se lo ritiene, ha a disposizione un insieme di strumenti per conseguire la piena occupazione dei cittadini, la piena produttività delle imprese e la stabilità dei prezzi, in un rapporto cooperativo e non competitivo con gli altri Stati, sempre che tali obiettivi macro economici, appunto, rientrino tra gli obiettivi dello Stato stesso. In questo fatto, ossia che tali risultati rientrino o meno tra gli obiettivi, risiede la decisione politica della comunità di cui lo Stato è organismo, qualsiasi sia il modo in cui questa matura, a monte di ogni questione e strategia economica. La MMT, tenuto conto di questi aspetti, va intesa come uno strumento che assicura la possibilità di conseguire determinati risultati; ogni comunità, e quindi Stato, decide se adottare o ignorare tale strumento assumendo verso se stessa le responsabilità conseguenti.

Giusto per approfondire qualche considerazione sulla MMT, è possibile constatare come sia orientata ad un principio onestamente e autenticamente meritocratico. Mette, per quanto possibile, davvero tutti nelle medesime condizioni, senza favoritismi, senza clientelismi, senza assistenzialismo. Nella sua più essenziale sintesi, come indicato sopra, la MMT illustra e dimostra come sia possibile la piena occupazione per i cittadini, la piena produttività delle imprese e la stabilità dei prezzi (controllo della inflazione). In questo illustra con altrettanta chiarezza come uno Stato, in caso di bassa occupazione e basso impegno della capacità produttiva (materiale e immateriale), abbia tutti gli strumenti per generare domanda aggregata, in modo diretto e in modo indiretto, per creare ricchezza netta privata, quindi portare il sistema a piena produttività e quindi a piena occupazione. Arrivati a questa situazione la MMT illustra come lo Stato, se il sistema si mantiene in tale situazione, non ha motivo di intervenire in alcun modo, mentre se il sistema, per cause diverse, si sposta da tale equilibrio, lo Stato dispone degli strumenti per riportare il sistema alle condizioni ottimali. Pertanto la pianificazione è un concetto totalmente estraneo alla MMT, mentre questa indica esplicitamente le capacità di regolazione dello Stato, libero di utilizzare o meno gli strumenti opportuni nel modo “giusto” solo quando serve e per il tempo strettamente necessario al ripristino delle migliori condizioni macro economiche. Senza fare apologia della MMT, si tratta di riconoscere che è uno strumento potente ed efficace per governare i problemi economici in cui questo paese e diverse altre nazioni sono attualmente coinvolti. Tuttavia, senza una precisa volontà di utilizzare in modo consapevole e corretto tale strumento, questo, in se, non può fare nulla. Vale per un martello che da solo non pianta i chiodi, vale per un qualsiasi strumento macro economico che, pur avendone le potenzialità, non risolve nulla se non è attivato e utilizzato in modo opportuno a tale scopo.

Lo Staff di “Conversazione Civile”