(tratto dall”Unità del 22 Febbraio 2007. Tensione in aula. Si deve votare per il rifinanziamento della “missione di pace” (sic). Ma qualcuno mette al primo posto la sua coscienza, prima addirittura dei diktat di partito).

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RESTA FERMO al suo posto, il senatore Fernando Rossi. Immobile mentre attorno l’emiciclo è impazzito. Dai banchi della maggioranza, nei quali lui stesso è seduto attonito, isuoi colleghi gli urlano: «Vota stronzo!». Parole che si mischiano alle altre, tutte di simile segno, dirette verso quel banco. Anche la capo gruppo dell’Ulivo, tre scranni più in giù, dà le spalle alla presidenza urlando: «Vota!Vota!». Rossi non lo ha fatto: ha anche  estratto la propria tessera magnetica di modo da non influire sull’esito del conteggio. Quella di non partecipare al voto è la medesima decisione presa dall’altro «dissidente» del centrosinistra, Franco Turigliatto (Rc). Ma Turigliatto non è in aula, e non può prendersi gli insulti della maggioranza di cui fa parte. Rossi sì. Passano un paio di minuti tra l’inizio e la fine della votazione. Sono le 14 e 49. Il presidente del Senato Franco Marini rivolto all’aula, ammonisce: «Lasciate stare il senatore Rossi!». Quando il tabellone elettronico certifica la sconfitta, la tensione è già sopra il livello di guardia. «Hai visto.Stronzo!» urla il capogruppo del Pdci-Verdi Manuela Palermi, mentre Colomba Mongiello, giovane senatrice  ulivista, afferra la rassegna stampa del giorno e gliela lancia contro..

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Un senatore votò contro le indicazioni del proprio partito, e si rifiutò di votare per il rifinanziamento della guerra.

Questo signore si chiama Fernando Rossi.

Guardatevi qui sotto come parla un uomo d’onore.

40 minuti di profonda lezione politica.