Nel video  postato qui sopra sono messi a confronto i comportamenti del traffico (e degli automobilisti) in un incrocio con il semaforo che funziona normalmente e nello stesso incrocio a semaforo rotto/spento. Ovviamente, a semaforo rotto l’attenzione che viene richiesta agli automobilisti è maggiore, per evitare gli incidenti; ma la cosa più interessante è che, nel suo complesso, il traffico scorre meglio. In effetti questa deve essere stata la considerazione che, negli ultimi anni, ha portato alla sostituzione della maggior parte dei semafori con rotonde.

Qual’è il presupposto “filosofico” che sta dietro a semafori e rotonde, e cosa ci dice questo sulle migliori politiche di governo? Il semaforo presuppone che l’automobilista (il cittadino) debba essere regolato rigidamente: rosso, ti devi fermare, verde, puoi passare. Poco importa se sull’altra strada ci sono o meno macchine, se sono le tre di notte, ecc.: no, devi obbedire alla regola, senza discutere, senza metterci del tuo. Con la rotonda invece si dà una regola generale, che però va declinata caso per caso: in fase di immissione, se arrivano macchine da sinistra, ti devi fermare; altrimenti puoi passare. Il sottinteso è che l’automobilista sia in grado, autonomamente, di decidere al meglio.

Pensando alla migliore organizzazione possibile per una società, mi piace molto questa metafora (e il fatto che il traffico con le rotonde sia più scorrevole) perchè, ad un libertario (quasi anarchico) come me dà la prova provata che non servono governi autoritari che ci vengano a dire quello che possiamo o non possiamo fare, in ogni luogo, in ogni situazione, fino all’interno delle nostre case, nel privato delle nostre vite: perchè la gente è fondamentalmente “buona“, o di “buon senso“, e sa autonomamente regolarsi per il meglio. In particolare nei momenti di necessità tira fuori il meglio di sè, come ricordato in questo post.

Questo mi spinge a sostenere un modello sociale organizzativo decentrato, locale, territoriale, come avevo scritto in questa nota; per noi che frequentiamo Internet e conosciamo i vantaggi di un sistema distribuito, senza nodi accentratori, anche questa è una metafora efficace di quale dovrebbe essere l’organizzazione ideale della società. Certo, ci devono essere alcuni (pochi) ambiti di dominio pubblico, alcuni cosiddetti “monopoli naturali” come la creazione di moneta; ma per il resto, dobbiamo andare nella direzione di una liberazione dall’oppressione di costosi apparati di governo che limitano le nostre libertà.