Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 9,38-43.45.

Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demòni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri». Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi.

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Leggevo oggi la newsletter di Antonio Socci che, a differenza di quanto chiede Bagnasco (“E’ doveroso che, nella vita pubblica, i cattolici siano sempre più numerosi”, ha affermato il cardinale Bagnasco, presidente della Cei. Infatti i giornali di ieri: “Bagnasco: più cattolici in politica”) osserva come siano in tanti che, in un modo o nell’altro, si dichiarano “Cattolici“, e fa una lunga lista di moltissimi aspiranti al titolo o sedicenti tali, osservando ironicamente “troppa grazia”.

Umilmente, senza entrare in disputa con l’ottimo Socci, mi domando: ma stiamo ancora a mettere le etichette? Stiamo ancora a rilasciare i certificati, gli attestati di autenticità, come le famose banane dal bollino di non ricordo più di quale colore di quando ero piccolo? Ma non l’ha detto chiaramente Gesù, contano le azioni, non le tessere e i badge di appartenenza a questo club esclusivo. Ad esempio nell’ultima nota “La potenza della lode” ho ripreso un’intervista a Gregg Braden che parla anche lui della potenza della benedizione, anche delle situazioni che ci hanno fatto stare male. Qualcuno mi potrebbe obiettare: “ma non è cattolico! Ma è new age! Come puoi fidarti?” A me non interessa cosa fa questo signore: ha detto una cosa giusta, che condivido profondamente, mi è piaciuta, e l’ho citata. Punto. Perchè dobbiamo sempre cercare di fare degli schieramenti, noi di qua e gli altri di là? A chi serve la divisione, se non al divisore per eccellenza, quel dia-ballo che ci vuole perpetuamente in guerra fra di noi?

Mi sembra molto semplice: cerchiamo alleati che condividano la nostra visione, il nostro sogno, indipendentemente dall’etichetta o dal bollino di autenticità. Mi si dirà: ma come riconoscerli? Basterebbero due o tre punti chiave, due o tre domande schiette, dirette, pretendendo di avere risposte dirette e senza giri di parole, del tipo:

  • ritieni l’aborto un atto illegittimo contro la vita umana?
  • Ritieni la guerra di aggressione ad un altro paese un atto illegittimo?
  • Ritieni i tagli allo stato sociale e la conferma invece delle spese militari incompatibili con una nazione che, come la nostra, dichiara di ripudiare la guerra come strumento di offesa?
  • Ritieni che la facoltà di creazione della moneta dal nulla debba essere di competenza pubblica, demandata alla collettività, o possa essere lasciata in mano a privati che, con il ricatto del debito, in realtà governano dietro le quinte?

Ecco, condividendo una semplice (e corta) serie di punti come questa si possono trovare i compagni di viaggio e di lotta. Senza guardare alle etichette, ai trascorsi, alle provenienze. Confrontiamoci sui valori.