Se lo dice la TV…

Quando ho scritto “Papillon” ho pensato ad una semplice descrizione, in sette passi, per mettere in atto un piano di fuga (Papillon infatti è il titolo di un romanzo famoso il cui protagonista, soprannominato appunto Papillon per la sua passione per questo tipo di cravatte, viene incarcerato e spedito ai lavori forzati nella Guyana Francese. Da lì si snoda il racconto delle sue peripezie per la fuga; lo stesso racconto è stato poi messo in film e interpretato da un grande Steve McQueen, era presente anche un giovane Dustin Hoffman).

E quale è il primo passo? Liberarsi della televisione. Questo elettrodomestico grazie al quale ci tengono legati, ci dicono cosa mangiare, come vestire, cosa credere e su cosa discutere è il primo degli elementi di controllo al quale noi, volontariamente ci sottoponiamo. Sottolineo: volontariamente.

Ricordo ad esempio quando girò la notizia sulla rete che il TG1, la sera successiva al terremoto dell’Aquila, avesse, con veramente poco buon gusto, sbaniderato i dati di ascolto della sera prima, in cui il TG1 aveva “sbancato“. Mia moglie lo disse alla mamma la quale, incredula, rispose: “ma va là! Non ci credo! Siete sempre i soliti complottisti!” Peccato che, non appena Striscia la notizia diede la stessa informazione, la suocera richiamò e disse: “ma lo sai che era vero? L’ha detto anche la TV!”

Mi è capitato qualcosa di simile qualche settimana fa. Avendo trovato un video in cui Magdi Allam parla della crisi, e dice che bisogna uscire dall’Euro, e ritornare ad una moneta nazionale, affrancandosi dal signoraggio bancario, l’ho mandato ad alcuni amici e conoscenti. Ed effettivamente più di qualcuno mi ha detto: “ma io sono d’accordo! Lo dicevo anch’io, sai?”

Quando la smetteremo di aspettare che la TV (o chi è diventato famoso grazie ad essa) ci dica quello che dobbiamo pensare, e cominceremo a pensare con la nostra testa, avremo fatto un bel passo avanti.