A forza di sentir parlare di fracking e di possibilità che il terremoto in Emilia sia stato, se non proprio causato, quantomeno “agevolato” dalle attività di perforazione e di immissione di acqua ed additivi chimici nel sottosuolo, mi son deciso di documentarmi. Sto guardando “Gasland“, un documentario di un americano, Josh Fox, che ha cominciato ad interessarsi della cosa quando la società del gas gli ha offerto 4.750 U$D ad acro per i suoi 19,5 acri di terreno per avere il permesso di perforare nel suo territorio.

Senza entrare nel dettaglio specifico, cosa che mi riprometto di fare quando avrò visto e rivisto e approfondito,  anche in questo caso abbiamo un esempio di attività umana in cui l’uomo, incurante della natura, delle sue leggi, della sua armonia, decide di propria volontà cosa è giusto fare causando enormi danni. Anche in questo caso, come in molti altri, il totale disprezzo per le leggi della Natura e la rincorsa al profitto, all’utile immediato di pochi sono la causa dei disastri provocati dall’uomo. A pensarci bene, sia che siate credenti o no, la storia del paradiso terrestre e del frutto proibito è emblematica: rappresenta la volontà dell’uomo di non fidarsi di Dio, ma di decidere autonomamente cosa è bene e cosa è male. E da allora la storia è stata sempre quella:

  • Mettendoci al posto di Dio, abbiamo deciso che è giusto uccidere un bambino nel grembo della sua mamma;
  • Mettendoci al posto di Dio, abbiamo deciso che è giusto uccidere persone innocenti, che non ci hanno fatto niente, con la scusa della “difesa preventiva” bombardandoli nel loro paese;
  • Mettendoci al posto di Dio, giustifichiamo la distruzione della natura, lo spargimento di veleni e sostanze tossiche, dimentichi di un sano sentimento di gratitudine verso ciò che ci circonda che ci è stato donato;
  • Mettendoci al posto di Dio, pensiamo che sia giusto e normale alterare i codici della vita modificando il DNA delle piante, degli animali, dell’uomo stesso, ritenendoci addirittura superiori alla natura stessa;
  • Mettendoci al posto di Dio, graviamo i più sfortunati di debiti assurdi che non potranno mai essere ripagati, costringedoli alla miseria e alla schiavitù eterna.

E poi, dopo aver tolto Dio dalla nostra vita, dalle nostre scelte, dai nostri altari domestici e dall’altare del nostro cuore, quando le conseguenze disastrose delle nostre azioni ci appaiono improvvise, ineluttabili, tragiche, insopportabili, ecco che i pennivendoli prezzolati hanno il coraggio di urlare: “ma dov’era Dio?”