Nell’ambito dell cerchia (allargata) di famiglia, nelle ultime settimane un paio di eventi: un tumore al seno, e una appendicite. Entrambi prontamente “risolti” con i mezzi della classica medicina moderna: eliminazione del sintomo.

Con delicatezza, senza insistenza (ormai sono bollato come il rompiscatole di famiglia, quindi meglio essere discreti e prudenti) ho provato a chiedere informazioni sulle possibili cause, almeno per sapere quelle che sono le spiegazioni della medicina: un bel niente assoluto (tranne le solite ipotesi di familiarità, concause, ecc. ecc.). Anzi, quasi uno stupore, come se cercare di sapere le cause fosse inutile: il problema l’abbiamo risolto, che ti serve sapere di più?

Come sa chi è stato alla presentazione del libro, uno dei punti che ci tengo a sottolineare è “Voi valete di più di quello che vogliono farvi credere“.  Quando vi dicono che, se non avete studiato medicina, non potete capire, e domandarsi come sia possibile che l’HIV causi l’AIDS non lo potete fare; quando vi dicono che, non essendo voi dei finanzieri esperti, è inutile che vi facciate domande sul debito pubblico, e ogni idea che vi possa venire in mente non serve, perchè ci sono già gli esperti; quando vi dicono che, siccome non siete meteorologhi, non potete blaterare di scie chimiche (che però fino a 15 anni fa non esistevano, provate a cercare nelle vecchie foto di famiglia!) e via dicendo, fanno una grandissima offesa alla loro e vostra intelligenza, dimentichi che a volte le scoperte più rivoluzionarie o innovative sono venute proprio da non esperti del settore.

Anzi, a volte proprio l’aver studiato tanti anni una certa materia ci rende particolamente adagiati su quello che i sacri testi ci hanno insegnato e incapaci di pensare in maniera diversa, innovativa, creativa. In questo la scuola dovrebbe forse essere più palestra di creatività che strumento di allineamento e omologazione. Grande responsabilità per tutto il corpo docente.