Se dovete guidare la macchina, dovete prima prendere la patente, e prendere lezioni, e superare un esame. Se dovete avventurarvi in un ambiente nuovo, qualche indicazioni su come muoversi, dove sono i bagni (almeno!), da che parte è l’uscita, vi sarà utile.
Anche per muoversi nel mondo virtuale serve qualche accortezza. In particolare bisogna stare attenti ai cosiddetti troll: esseri mitologici ai quali non corrisponde una vera identità, loro fingono di essere persone normali, magari anche di esistere: ma in realtà sono solo nickname, contenitori vuoti che servono a distrarre, offendere, far perdere tempo. Una volta si riconoscevano principalmente perchè il loro account, magari di Youtube o di Facebook, era particolarmente vuoto: nessun video caricato, pochissimi amici, ecc; un po’ come le città di cartone dei film western, dietro la facciata non c’è niente. Oggi si stanno mascherando un po’ meglio, e questo particolare magari non c’è più, riescono a creare anche un finto mondo di amici, foto, video caricati.
Siccome ne ho una certa esperienza (ne ho scritto già qui) volevo dare alcune indicazioni su come riconoscerli, in quanto seguono spesso uno schema ripetitivo:
- Esordio accattivante (che Cicerone li abbia ispirati? la famosa captatio benevolentiae iniziale fa sempre presa!) Del tipo ma come sei bravo, che belle cose scrivi, ecc.; Questa parte non c’è sempre, a volte sì, e in effetti ha il potere di “farti abbassare le difese“.
- Non rispondere mai alle domande dirette; cercare di glissare su punti spinosi, aprendo sempre nuovi elementi di dibattito (senza mai chiudere i precedenti);
- Complicare il semplice (vedi frase emblematica: Precisiamo che lo stato non dovrà pagare un interesse ma garantirà un interesse in funzione del rischio d’insolvenza. Ma lo paga o non lo paga? Dice che non lo paga ma lo garantisce; e allora? Garantire senza pagare?);
- Se tutto questo non basta, passare alle offese personali, nella speranza che l’interlocutore ci caschi e si metta nella rissa verbale; se questo avviene, hanno comunque ottenuto lo scopo di distrarre i vari lettori dal vero oggetto del contendere, che è già un risultato accettabile.
Ma sapendo tutto questo, noi diciamo col Poeta: “Non ti curar di loro, ma guarda e passa…”
Interessante
E poi aggiungiamo, con il Maestro: “amate i vostri nemici”.
Con la quale frase, viene in un colpo solo abbattuta l’immagine irenica di un Gesù che ci vuole “amici di tutti”.
No. Egli ci invita alla consapevolezza, e persino “acuminata”, che NON TUTTI sono amici e non tutti sono prossimo.
Oltre agli amici (da amare come Egli ci ha amato, e che di solito sono anche fratelli di Fede o, quantomeno, cercatori sinceri di Verità), ed al prossimo (da amare come amiamo noi stessi e che, Egli spiega: è colui che almeno in un’occasione ci ha raccolti dalla strada gementi e sanguinanti. Con ciò facendoci un doppio beneficio: quello materiale della cura e quello spirituale dell’esempio a fare anche noi lo stesso e quindi di essere a nostra volta “prossimo” per qualcun altro. Che sarà a sua volta libero di amarci come ama sé stesso: chi è prossimo a qualcun altro, non lo è perché “si aspetta” di essere amato ma perché sente che è giusto farlo, nonostante non vi sia alcun obbligo di farlo. Così come il Samaritano non era “obbligato” a fermarsi per aiutare il giudeo ferito): ecco che Gesù ci indica la presenza, non scalzabile, di questa TERZA categoria: i NEMICI.
Che bisogna ben riconoscere come tali; ma che, al contempo, non solo non bisogna ODIARE (a questo c’era arrivato anche Buddha, cinquecento anni prima) ma che, al di là di ogni immaginazione: bisogna AMARE.
Amarli pur non rimuovendo il fatto che hanno scelto di essere nostri NEMICI. A volte persino acerrimi ed all’ultimo sangue.
Amarli sapendo che anche la loro è un’anima immortale, per quanto morta alla Grazia.
Amarli sapendo che vicino a loro c’è il loro Angelo Custode, che li guarda afflitto ben sapendo il traguardo finale della strada che hanno scelto di percorrere: e che è lo stagno di fuoco, che eternamente brucia.
Amarli sapendo che solo l’amore e solo il bene sono l’ “arma finale” contro l’odio e contro il male: che tutto devastano ma che contro l’amore e contro il bene nulla REALMENTE possono.
Ne ho un po’ che mi tallonano da vicino, qui, su FB, su YT… attenti a quello che scrivo, al primo passo falso mi salterebbero addosso. Ma li avverto: state perdendo il vostro tempo.
Non farò mai apologia di reato, nè istigazione a delinquere, nè diffamazione spiccia: sempre e solo fatti, e considerazioni conseguenti a quei fatti.
Già che ci siete, e che vi hanno messo qui, approfittatene per imparare qualcosa, le strade del Signore sono infinite!