Come avrete capito, credo che una, forse l’unica possibilità (terrena) di salvezza rispetto a questo potere sempre più ingordo e incurante del bene comune stia nel riportare il più possibile il potere sul territorio, a contatto con la gente, dove quello che conta non sono i numeri, le statistiche, ma volti, facce, amici, strette di mano, pizze e birra insieme (“La rivoluzione parte da qui” e altre note simili). Oggi ho pertanto fatto un salto leggendo questa notizia riportata da Grillo:

Rigor Montis vuole disperatamente i soldi dei Comuni. Ha previsto la fine delle tesorerie comunali (art.35 delle liberalizzazioni) e quindi della gestione locale delle entrate. Molti miliardi di euro impiegati sul territorio prenderanno il volo per Roma, verso l’amministrazione centrale, a cui dovranno essere richiesti. Gli eventuali benefici finanziari rimarranno allo Stato centrale. Per le necessità urgenti l’unica soluzione sarà la colletta dei cittadini in municipio nel cappello del sindaco. Avanti a tutta forza verso il federalismo e l’autonomia locale. Belin, l’Impero Romano era meno centralista di questi Banchieri.

Se da una parte questa azione intrappresa da Monti, il non-politico, non-eletto ma messo lì a svolgere il compitino (compitone!) dei banchieri conferma una volontà ben precisa, cioè quella di svuotare sempre più il potere in periferia, e quindi mi potrei compiacere dellla bontà della mia intuizione, dall’altro è triste vedere come questa agenda di gente avida e incurante degli interessi delle popolazioni (vedi quello che stanno combinando in Grecia) vada avanti, nonostante tutto. Ma noi non molliamo!!!