Dei quattro o cinque distributori di benzina dove mi servo abitualmente ce n’è uno gestito da un paio di ragazze (signore, ma, si sa, con l’età che avanza basta che uno sia un po’ più giovane di noi, o anche coetaneo, che subito diventa un “ragazzo“). Nonostante gli spazi angusti tipici da distributore, nonostante l’omologazione derivante dall’essere parte di una catena nazionale, con le imposizioni per quanto riguarda arredamento, sistemi informatici, ecc., si respira in questo distributore un’atmosfera diversa: grande pulizia, cura per il dettaglio, un tocco femminile che rende l’ambiente unico. Ad esempio sotto Natale è tutto un fiorire di decorazioni; in primavera cambiano i colori, e sembra che siano felici di rendere l’ambiente sempre interessante, nuovo, piacevole. Non per dire che i maschi sono “sporchi” o sciattoni, ma è innegabile che una caratteristica tutta femminile è quella dell’accoglienza e la capacità di trasformare l’ambiente in cui si vive, arricchendo lo spazio occupato, rendendolo confortevole, piacevole, accogliente; mentre per un maschio l’importante è che l’ambiente faccia quello per cui è stato costruito: proteggere dalla pioggia e dalle intemperie, che altro?

Mi piace pensare che questi segnali, a volte piccoli, apparentemente insignificanti, siano una conferma della diversità e complementarietà dei sessi. Ci cerchiamo non perchè siamo uguali, ma proprio perchè diversi, e nella diversità abbiamo un patrimonio di caratteristiche che ci aiutano ad affrontare le diverse esperienze, a volte belle, a volte brutte, che la vita ci mette davanti. E proprio grazie alla diversità abbiamo un insieme di risorse superiori a quelle che avremmo se fossimo identici.

A ben pensarci nella Bibbia è specificato che Dio non ha creato prima l’uomo e poi la donna, come erroneamente molti pensano, ma maschio e femmina Dio li creò, una specie di essere unico che conteneva in sè tutte le caratteristiche; poi, vedendo che questo essere “completo” non si divertiva abbastanza (è scritto proprio così!), Dio pensò bene di dividerlo nelle due metà, nei due poli opposti che, in eterno, avrebbero cercato di riunirsi e ricongiungersi (pur fra mille difficoltà e incomprensioni).

Magari, accettando e riconoscendo la diversità come valore piuttosto che come elemento di distanza, risolveremo buona parte dei problemi di comunicazione…