Settimo: liberarsi da tutti i legami
Lo so, lo so: sono un disco rotto che ripete sempre la stessa frase. Ma se dovessi citare un unico insegnamento che vorrei trasmettere attraverso queste pagine, sarebbe proprio questo: tagliate tutti i legami, buoni o cattivi che sembrano (anche perchè non esistono legami buoni: tutti sono cattivi e velenosi e, alla lunga, mortali). Per l’ennesima volta riprendo la nota sulle scimmie prigioniere:
Nel libro di Bear Heart, “Il vento è mia madre”, viene spiegata una tecnica per catturare le scimmie. Si svuotano e si fanno essiccare delle zucche, avendo la cura di mantenerne più possibile l’integrità e togliendo il contenuto interno da un foro. Poi queste zucche essiccate vengono sotterrate sotto la sabbia, con la parte bucata rivolta verso l’alto, visibile; a questo punto una banana viene messa dentro la zucca, infilata dalla parte del buco.
La scimmia, che sente l’odore della banana, infila la mano nella zucca, ma quando prova a tirarla fuori si trova come intrappolata, non riuscendo a far uscire la mano che tiene stretta la banana. Così è abbastanza facile catturare la scimmia che si trova, suo malgrado, immobilizzata. Suo malgrado? Ad un osservatore esterno sfugge un sorriso di compiacimento: la scimmia, in realtà, non è prigioniera, crede di esserlo, in quanto fintanto che non molla la presa, non può scappare. Sarebbe sufficiente che mollasse la presa e scappasse, no?
Prima di ridere della scimmia pensiamoci però un attimo: quante volte noi siamo proprio come loro? Quante volte ci attacchiamo a qualcosa di cui non ci sembra possibile fare a meno, e roviniamo di conseguenza la nostra vita? Questo qualcosa per qualcuno è la sicurezza economica; per qualcun altro la famiglia; per qualcuno il prestigio, la carriera o il potere: e siamo talmente dentro a questa nostra convinzione che ci sembra impossibile vivere senza.
Questo voleva dire Gesù quando ha detto: “Chiunque viene a me e non odia la propria madre, il proprio padre …” voleva dire: se non è in grado di rompere il legame, di tagliare questo eterno cordone ombelicale che ci lega anche a cose di per sé buone, come i genitori, i figli, un minimo di benessere, la sicurezza economica, beh, chi non rompe questi legami sarà sempre schiavo.
La soluzione, invece, è quella di rompere i legami, e tenere l’unico che ci dà la vera libertà: quello in Cristo, unica fonte di Vita, di Gioia, di Amore, di Felicità. Allora sì che saremo capaci di amare liberamente i nostri genitori, i nostri figli, il nostro capufficio, ecc., perchè veramente fratelli in Cristo. Cominciamo a tagliare tutti i legami, giorno per giorno, e teniamo l’unico legame veramente vitale: quello con Gesù Cristo, nostro Salvatore e Liberatore.
E se ogni tanto stiamo male, se abbiamo dei pensieri, se siamo cupi, arrabbiati, ecco la “spia” che ci avverte. Allora fermiamoci un attimo e pensiamo: qual è la banana che non voglio mollare in questo momento? Qual è il legame che non riesco a tagliare? Per colpa di quella banana che non voglio mollare, di quel legame che mi limita, non riesco a vivere felice. Taglia il filo e vivi felice.
Sento già i provocatori, i sofisti ribattere: ma allora, se tutti i legami sono dannosi, non devo neanche avere il legame con mia moglie (o con mio marito, a seconda)… ed ecco il solito sorrisetto e la provocazione sardonica: allora, se fosse come dici tu, vedo una che mi piace, e ci vado, no?
Che tristezza! Stare con una persona non perché l’hai scelta e la scegli ogni giorno, non perché quello che avete costruito e state costruendo ogni giorno arricchisce e fa crescere un rapporto che è fatto di amicizia, amore, complicità, intimità che non potresti mai ricreare con nessun’altra, ma solo perché ti è vietato, perché hai un legame! Se questo è il motivo per cui non tradisci tua moglie o tuo marito, beh, lasciatelo dire, hai già tradito da tempo, ma non solo il tuo partner, anche te stesso, il progetto che avevi, l’impegno e le promesse che avevi fatto.
Oppure qualcun altro dice: beh, ma in fondo anche l’amore è un legame… No! Bestemmia! L’amore è una attività, presuppone un movimento, qualcosa che si fa nei confronti dell’amata: la curo, la veglio, la coccolo, sono premuroso, cerco di capire… il legame invece è una passività: sono soggetto passivo di un legame, non posso muovermi, non sono libero, non posso andare dove voglio, agire come mi pare… sono diversi come il giorno e la notte!
Anche per quanto riguarda altri rapporti personali il discorso non cambia. Come diceva Gibran, i figli non sono vostri, sono figli della vita che la Vita vi ha affidato; ma come l’arco non trattiene la freccia, così il genitore non deve legare a sé il figlio, pena la morte del figlio stesso.
Non vi chiedo di applicare questo –importantissimo – passo basandovi unicamente sulla fiducia: anzi, vi chiedo di mettere alla prova quanto scrivo. E provate ad utilizzare questo consiglio: non partite con la ricerca dei legami che ancora avete. Aspettate. Aspettate di vedere la spia rossa che si accende: ogni volta che qualcosa vi rattrista, o vi fa arrabbiare, fatevi questa domanda: quale è il legame che in questo momento non so abbandonare? Quale è la banana (per tornare alle nostre scimmie) che non voglio mollare?
Conclusione
Siamo stati creati per la felicità. Solo l’inganno ci ha potuti spaventare, e farci credere che Dio, l’Onnipotente, il Creatore del cielo e della terra, non ci amasse. Così, in seguito alla paura, ci siamo attaccati a piccole cose, false certezze, e abbiamo perso la libertà. Ma con la riscoperta della verità, il velo cadrà, le paure passeranno, e molleremo tutti i nostri piccoli attaccamenti e torneremo liberi.
“Conoscerete la Verità, e la Verità vi farà liberi”.
Lezione dolorosa, ma necessaria……..
Grazie Alberto!
Perchè dolorosa? Non è l’aspirazione di tutti essere liberi? Sto proprio dicendo che SIAMO LIBERI, basta che lo vogliamo noi! I legami non sono imposti dall’esterno, siamo noi che ci attacchiamo!
Ottima citazione..complimenti…speriamo che sia utile a tanti più che a tutti..grazie.
Grazie, lo spero anch’io di cuore!
[…] https://www.ingannati.it/2011/06/20/piano-di-fuga-fai-da-te-domenica/ […]
anch’io penso siano considerazioni molto giuste.
Mi e’ sempre rimasta in mente una frase di Nisargadatta Maharaji (un tabaccaio di Calcutta, che molti consideravano un maestro): a chi gli chiedeva “che cosa e’ il peccato?”, egli rispose: “tutto cio’ che ti lega”.
Quanto ai figli, sono sempre stato dell’idea di Gibran, e non ho mai capito molto la storia del “legame del sangue”: tant’e’ che accettai, come figli, i figli di mia moglie, e feci del mio meglio per aiutarla a tirarli su.
Di contro, le vicissitudini della vita mi hanno portato a dover ammettere che l’amore implica in qualche modo anche un legame: magari non dovrebbe essere cosi’, ma tant’e’.
Ho dovuto constatare che c’e’ qualcosa di vero nell’insegnamento dello yogi Paramahansa Yogananda (tradizione kriya yoga);
il quale, a proposito del matrimonio, sosteneva che nel momento in cui uno si sposa, accetta in qualche modo di condividere
per tutta la vita anche il “karma” della sposa e della di lei famiglia.
Il senso e’ chiaro anche per chi non crede nella reincarnazione:
alzi la mano chi non e’ stato coinvolto nel tentativo di tirare fuori dai guai il cognato “pasticcione”, o la suocera bisognosa di costose cure, o della moglie tanto adorabile quanto disperatamente irresponsabile e “senza cervello”..
Come si puo’ facilmente arguire, a me sono capitate tutte.. con l’aggravante che io da mia moglie sono legalmente divorziato; quindi teoricamente niente legami.. tranne l’amore che mi ha portato a fare cose folli (e razionalmente inspiegabili).
Sono “legami” che si dovrebbe essere capaci di recidere ?
L’amore dovrebbe implicare sempre individui autonomi e autosufficienti ?
Non ho una risposta, e forse non sono nemmeno le domande giuste..
Andrea Pinna
Anche nell’ultima presentazione a Romagnano Sesia questo aspetto è emerso. Sembra impossibile non considerare l’amore come un qualcosa che lega. Forse è così, ma per una scelta volontaria, e in tal caso, secondo la mia accezione, non è un legame.
Legame è qualcosa che viene imposto, che si subisce, che impedisce di muoversi (come le catene o le manette): e la differenza fra ciò che vive e ciò che è irrimediabilmente morto è proprio il movimento, e per questo il legame, lentamente avvelena e uccide.
[…] lentamente la nostra vita. Come ben sa chi ha letto il libro o anche solo le note (ad esempio qui , qui e qui) è un mio motivo ricorrente: tagliare i legami, ma proprio tutti; tenere solo […]