A completamento dell’articolo precedente, riprendo quanto scritto sulla Nuova Medicina Germanica di Hamer nel capitolo “Big Pharma”. Un po’ lungo, ma mi piace talmente questa teoria che consiglio a tutti di approfondire.

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A mio avviso la migliore teoria alternativa è la cosiddetta “Nuova Medicina Germanica” del dr. Hamer, e cito brevemente la storia personale che lo portò, quasi 40 anni fa, al travaglio interiore che poi sfociò nella “produzione”della sua teoria.

Il Dr.Hamer era un affermato medico tedesco, forte oltretutto di alcuni brevetti per attrezzi di chirurgia che gli davano un buon reddito, e si era trasferito in Italia con la moglie e i 4 figli a praticare la medicina in forma gratuita. Il figlio, Dirk Hamer, si trovava in Corsica quando uno squilibrato, risentito perché credeva di essere stato oggetto di scherno al ristorante da parte di una compagnia di amici, imbracciò un fucile e sparò sulla barca nella quale Dirk stava dormendo, colpendolo alla gamba. Il ritardo nei soccorsi (oltre 6 ore), unitamente ad altre complicazioni, portò alla morte, qualche mese dopo, il povero giovane. Il padre, profondamente sconvolto da tale perdita, andò incontro ad una serie di malattie fra le quali un tumore al testicolo, dal quale riuscì – quasi miracolosamente e certamente inaspettatamente – a guarire.

Questa esperienza personale lo portò a indagare se potesse esistere una correlazione fra il tipo di male che lo aveva aggredito e la perdita del figlio. Andando a riesaminare tutti i casi di tumori di cui era stato a conoscenza, scoprì in ciascuno di questi una relazione molto stretta fra il tipo di tumore ed un evento, diciamo così “scatenante”, che lo poteva avere innescato. In breve produsse una teoria, o un sistema di leggi, che spiega tutti i fenomeni di cosiddetta “malattia” che ci affliggono. Perché scrivo “malattia” fra virgolette? Perché Hamer, con la sua Nuova Medicina, dà proprio un significato nuovo a quello che nella nostra cultura giudaico-cristiana viene visto come un fenomeno esterno, cattivo, che ci aggredisce, e contro il quale molte volte noi non possiamo fare niente. Il tumore, così come molte altre malattie, non sarebbe altro che una reazione adeguata, utile e prevista dalla natura ad uno shock imprevisto che viviamo da soli, non riusciamo ad “elaborare” e/o a condividere.

Se vi può sembrare inverosimile questo meccanismo naturale di autodifesa, immaginate un soldato che, sotto il tiro dell’artiglieria nemica, stia correndo da una trincea all’altra. Viene colpito ad una gamba, ma continua a correre e non sente il male fino a che non è arrivato al riparo, nella trincea. Il suo fisico, “sentendo” la situazione di pericolo, gli ha impedito di provare il male per permettergli di continuare a correre fino a quando non giunge al sicuro. Una volta al sicuro, il dolore dice: adesso ti devi riposare se vuoi guarire. Senza arrivare a questi esempi estremi, possiamo immaginare una situazione molto più familiare: il mal di testa del fine settimana del manager. Per tutta la settimana in ottima forma, 12 ore al giorno tirate di riunioni, confronti, scontri, e nel fine settimana, quando potrebbe godersi un po’ di meritato riposo, arriva il mal di testa a bloccarlo. Anche qui la natura ha fatto la sua parte: quando c’era la battaglia in corso il fisico dava il massimo; nel momento di pausa, il fisico richiede il riposo e l’attenzione che gli è stata negata durante la settimana.

La cosiddetta “malattia”, pertanto, rientra nei meccanismi naturali di difesa, e non deve essere “combattuta”; quello che noi consideriamo un morbo non è altro che la richiesta di attenzione del nostro fisico durante la fase di riparazione. Chiaramente si capovolge qui il modo corrente di pensare. Anche la banale influenza, da “male” da combattere, diventa in questo sistema di pensiero lo strumento con il quale la Natura ci dice che dobbiamo riposarci un po’. Senza entrare nel dettaglio della Nuova Medicina di Hamer (cosa che però vi consiglio di fare), faccio un paio di considerazioni.

Primo: non esistono “cellule impazzite”. La presunta spiegazione che spesso si sente fare delle “cellule impazzite”, che per qualche arcano motivo cominciano a proliferare senza ragione, oltre a non convincermi, mi è sempre sembrata una grandissima offesa a Dio. Un programmatore, nello scrivere le migliaia di righe di codice che compongono un programma, può inserire inavvertitamente degli errori che al verificarsi di qualche condizione particolare fanno sì che il programma si arresti o commetta qualcosa di non desiderato. Ma Dio non è un programmatore distratto: quello che mi hanno insegnato (e che sento intimamente) è che Lui fa tutto in maniera perfetta, e non esistono quindi errori di programmazione. Con la teoria della Nuova Medicina di Hamer anche la malattia ritrova il suo giusto posto, in un perfetto disegno di Amore Divino dove la rottura dell’armonia (ad opera dell’uomo) ha delle conseguenze sul nostro corpo, sulla nostra mente, sulla nostra anima. D’altra parte non è già scritto in Genesi che il voler fare di testa propria, il voler decidere di mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male (voler decidere autonomamente cosa è bene e cosa è male) ha posto l’uomo fuori dell’armonia della natura?

Secondo. Chi può essere danneggiato da questa teoria? Facciamo un esempio. Se in garage è bagnato per terra, e io prendo lo straccio e asciugo, e poi è ancora bagnato, e prendo un altro straccio asciutto e asciugo, e poi mi ritrovo che è tutto bagnato per terra, e asciugo di nuovo, e ad un certo punto uno viene e mi fa vedere che bastava chiudere il rubinetto dell’acqua che perdeva, chi si lamenterà per questo? Non io, che finalmente ho risolto il problema. Forse il venditore di spazzoloni e stracci per raccogliere il bagnato. Ecco, la nuova Medicina (ma anche altri rimedi naturali, non brevettabili) è talmente avversata dalla medicina tradizionale che è lecito pensare che questo ostracismo derivi  proprio dalla rottura di importanti e complessi equilibri economici con le case farmaceutiche. E questa è la sorte non soltanto del povero Hamer (che per supposto “abuso della professione medica” ha anche dovuto fare 3 anni di carcere), ma di moltissime altre forme di medicina che vengono osteggiate addirittura a livello legale: il medico deve seguire il protocollo che il suo ministero della sanità, fedele ai dettami dell’organizzazione mondiale della sanità, gli impone.

Ma perché? Se l’obiettivo fosse la salute del paziente, perché osteggiare così tanto delle forme di diagnosi e terapie alternative? Se sono inefficaci, si sgonfieranno da sole; se sono efficaci, bene, avremo trovato qualcosa di nuovo.  No. Anche la sperimentazione è ferocemente osteggiata. Ricordate il metodo Di Bella? La sua sperimentazione, come chiunque voglia può facilmente constatare, fu condotta nel più totale disprezzo dei principi scientifici basilari, su pazienti già dati per spacciati, con composti ampiamente scaduti. E tutto questo perché? Come non collegare questa ostilità alla non brevettabilità e alla grande facilità di reperibilità delle sostanze che Di Bella usava?

Ultimo, ma non meno importante, nella medicina tradizionale l’eccessiva specializzazione e concentrazione sul singolo organo, sulla singola patologia impedisce al medico la visione d’insieme del malato. Il medico padovano Roberto Gava, parlando della somiglianza dell’uomo a Dio, ha tracciato un parallelo fra Dio unico in una trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo) e l’uomo uno e trino: Anima, Mente e Corpo. Troppo spesso la medicina moderna si è allontanata da questa visione unitaria dell’uomo tendendo ad isolare non soltanto il corpo dalle altre due componenti (mente e anima), ma addirittura spingendosi in una specializzazione esagerata per cui il medico che cura la pelle può disinteressarsi ad esempio dell’apparato respiratorio e viceversa.

Proprio per questo la visione unitaria è a mio avviso la parte più bella della teoria di Hamer: riesce a vedere l’uomo come un insieme di anima, mente e corpo, ma non solo, questo uno fa parte del tutto che influenza e da cui è influenzato. In tal modo Hamer riesce a vedere un’interessenza nel Creato che a mio avviso è quanto di più spirituale ci possa essere. Ed è un peccato che anche persone di fede che conosco lo abbiano bollato come non degno di approfondimento perché lui, nel criticare la medicina ufficiale, l’abbia definita “di derivazione giudaico-cristiana” (riferendosi esplicitamente alla parte che identifica la malattia come castigo divino). Siamo talmente occupati a cercare sempre il nemico, ad issare steccati, a definire gli schieramenti, che riusciamo a perderci la bellezza e completezza di una teoria così completa e a mio avviso “divina” solo perché abbiamo paura che qualcuno “non sia dei nostri”. Tanto per cambiare, il Diavolo, il divisore, ha proprio lavorato bene, anche in questo caso (e noi come allocchi ci siamo cascati).

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