1. Premessa: il denaro equivale a ricchezza? La domanda non è così banale come appare a prima vista. Mentre è evidente a tutti che una maggior disponibilità (INDIVIDUALE) di denaro equivale ad una maggiore disponibilità di acquisire merci, fare viaggi, ecc., la domanda vuol far riferimento al totale della moneta circolante. Mi spiego meglio.
Supponiamo che esista uno stato, chiamiamolo Elbonia, con 60 milioni di abitanti, isolato dal resto del mondo, magari proprio un’isola, e questi 60 milioni di abitanti fanno i diversi mestieri che servono per vivere: alcuni sono impegnati nell’agricoltura, altri nell’industria, altri nei servizi, come normalmente avviene ad esempio in Italia. Supponiamo che la moneta di questo stato, che chiameremo il tallero, sia disponibile nella misura di 1 miliardo di Talleri in circolazione. Sembra evidente a chiunque che la quantità di moneta circolante, ancorchè indispensabile a far girare l’economia, non corrisponde alla ricchezza del paese, che deriva invece dall’insieme dei beni e servizi prodotti dalla laboriosità dei suoi abitanti.
Infatti, se per qualche motivo la quantità di moneta circolante diventasse 1.000 miliardi di talleri, semplicemente (nell’arco di un po’ di tempo) le cose costerebbero 1.000 volte tanto; ad esempio, se prima un divano si comprava ad esempio con 7 talleri, dopo, passato un periodo di aggiustamento, il divano costerebbe 7.000 talleri.
Possiamo affermare tranquillamente che la quantità di moneta circolante non determina la ricchezza di uno stato, almeno in un sistema chiuso; diverso è il caso di un sistema aperto, ma ai fini di queste considerazioni tralasciamo questo aspetto.
2. Ipotesi: avidità di un gruppo di persone. Supponiamo che nel regno di Elbonia un gruppo ristretto di persone, molto intelligenti e senza scrupoli, decida di volersi impadronire della ricchezza prodotta nel paese lasciando la maggior parte della gente nella povertà e nell’indigenza. Una maniera sarebbe quella di derubare, con armi, violenza e via dicendo, il resto della popolazione ma questi sistemi, alla lunga, scatenerebbero l’ira degli oppressi che, ancorchè meno intelligenti e meno violenti, con qualche scrupolo in più insomma, prima o poi potrebbero ribellarsi. Bisogna trovare allora un modo che sia del tutto legale, trasparente e accettato dal senso comune di giustizia. Ipotizziamo che questa piccola minoranza di persone intelligentissime e senza scrupoli trovi il modo di aumentare la massa monetaria circolante ma non in maniera uniforme (cioè non a beneficio di tutta la popolazione di Elbonia) ma possa, per esempio, STAMPARE direttamente il denaro di cui detiene la proprietà.
L’effetto immediato di tale operazione sarebbe pressoché invisibile ai più ma, col passare del tempo, otterebbe due effetti sicuri:
a) l’aumento dell’inflazione e la conseguente perdita del potere d’acquisto della stragrande maggioranza della popolazione, quella cioè che ha solo il lavoro come mezzo per acquisire denaro, e
b) l’aumento spaventoso della ricchezza di chi ha stampato quel denaro che, senza fare alcuna fatica (nessun lavoro nei campi, nelle industrie produttive, nei servizi) si troverebbero a poter acquisire tutti i terreni, le case, i beni di produzione, ecc.
3. La favola e la realtà.
Ovviamente questa è solo una favola, anche se qualcosa ci fa pensare…
Per esempio: è vero o non è vero che l’economia italiana (ma anche mondiale) è tutta in mano alle banche? Se pensate ai grandi gruppi, da Fiat a Telecom, il livello di indebitamento è tale che praticamente le banche creditrici sono diventate padrone dei mezzi di produzione e di tutta l’economia reale. Ancora: è vero o non è vero che, da quando abbiamo l’età della ragione, conviviamo con una inflazione che sembra essere una costante, e non ci poniamo neanche il dubbio sul perchè esista questa inflazione, la diamo scontata come l’avvicendarsi delle stagioni o del giorno e della notte? Ma non basterebbe smettere di stampare denaro per bloccare l’inflazione? Ancora: quando ci raccontano di queste sconfinate “iniezioni di liquidità” fatte per salvare l’economia (il termine iniezione non è scelto a caso: richiama alla mente qualcosa di doloroso ma necessario per curare il malato… chi ha maggiore autorità di un medico? Si dice anche “Non te l’ha mica ordinato il dottore”… come dire che il dottore può ordinare qualcosa, certi che sarà per il tuo bene!); ebbene, queste iniezioni di liquidità che cosa sono in realtà?
Sono:
a) creazione di denaro dal nulla, che
b) viene regalato alle banche (o più in generale al sistema finanziario).
Se non credete che sia creato dal nulla (e magari pensate ancora che alla cartamoneta corrisponda la riserva aurea) dovreste rivedere le vostre teorie sulla moneta;
Se non credete che sia regalato alle banche e al sistema finanziario dovreste rispondere a questa domanda: può il denaro essere creato e NON avere un suo titolare che ne disponga a piacere? Perchè la FED ha secretato le decisioni di politica monetaria riguardanti l’uso degli immensi capitali creati nei famosi bailout? Forse perchè sarebbe stata evidente l’arbitrarietà delle dazioni, finalizzate solo a rimpinguare le casse del sistema finanziario senza tenere in minimo conto l’industria reale (automobilistica, ecc.) e tantomeno le famiglie indebitate?
Forse a questo punto l’ipotesi tracciato al punto 2. non è poi così campata in aria…
4. conclusione
Gesù aveva detto bene: “Il vostro parlare sia sì, sì, no, no; tutto il resto viene dal maligno”. Ecco, sentire il termine “iniezione di liquidità” mi fa venire proprio in mente questa frase di Gesù; il quale, sempre ben disposto verso tutti, caritatevole e disposto al perdono, ha perso la pazienza contro i mercanti del tempio e i cambiavalute.. forse perchè sapeva quali danni il sistema finanziario e il denaro (“lo sterco del demonio“) avrebbero causato all’umanità.
Questa parte di un’intervista ad Howard Zikto, presidente della World University di Tucson.Arizona, di cui era membro anche Bernardino del Boca e che egli pubblicò nella sua rivista Età dell’Acquario n.18 del settembre 1973, è purtroppo, ancora valida per i tempi attuali
R: Il problema di fondo è che la brava gente di tutto il mondo ha permesso che il sistema economico sfuggisse al suo controllo, ed ora viene punita, senza rendersene conto, per aver rimandato la correzione dell’errore. Questo mondo sarebbe completamente diverso se il denaro disponibile fosse nelle mani di chi ha un vero rispetto della vita.
D: Intende dire che se la gente aperta allo spirito che esiste al mondo avesse saputo davvero come conferire le sue energie ed il suo sostegno per instaurare un ordine di civiltà superiore e più umano, non avrebbe mai permesso alle attuali forze distruttive di condurre il mondo verso il suo collasso definitivo?
R: E che cos’altro? Certo, si può arguire che la brava gente di questo mondo non ha mai avuto l’occasione od il potere di controllare il sistema monetario per fini spirituali, e quando dico “fini spirituali” intendo fini umanitari, e non settari o nazionalistici. Ma questa può essere solo una scusa del non capire meglio l’evoluzione di una civiltà orientata in senso caritativo. Si è sempre sperato che ci prendessimo carico di quell’evoluzione in quanto guidati dai capi spirituali più alti che abbiano mai guidato la specie umana, e che sono comparsi in ogni era e in ogni cultura.
D: Lei crede che noi oggi stiamo raccogliendo tempesta perché abbiamo negato la validità degli insegnamenti di questi grandi veggenti, che ci avrebbero fatto evitare i risultati disastrosi della nostra avidità e del nostro fanatismo?
R: Questo è ciò che tanto rattrista di questa crescente sofferenza in un’epoca che ha mostrato così grandi promesse di liberazione dal giogo della povertà, per non parlare del flagello delle malattie e dell’estrema infelicità del vivere senza la speranza di una vita migliore.
D: Che cosa si può fare per canalizzare più denaro verso imprese umanitarie costruttive in modo che più gente possa raggiungere un tenore di vita relativamente prospero?
R: Prima di tutto, deve esserci un travolgente desiderio che la causa in cui crediamo trionfi. Succede un fatto strano colla gente, specialmente quella che vive onestamente e che non ferirebbe mai nessuno di proposito. Essa crede magari in una causa degna, ma non abbastanza da sostenerla colle proprie energie e colle proprie sostanze. Troppi credono che le cause si finanzino da sé. Ciò che occorre è una nuova forma di istruzione in cui agli studenti venga insegnato, praticamente dalla nascita, come guadagnare onestamente il denaro e come spenderlo in modo costruttivo. Coloro che già lo fanno da qualche tempo sopravviveranno a quest’epoca di transizione dei valori, senza indebiti travagli.
D: Riterrebbe che il concetto di Karma influisca su come una persona potrà sopravvivere in questa transizione dei valori, come la chiama Lei?
R: In un certo senso il Karma è come lo abbiamo programmato noi stessi da altre esistenze per accettare o rifiutare il bene che ora godiamo o avremmo potuto godere, a seconda dei casi. La legge di azione e reazione è come la legge della domanda e dell’offerta. Agisce imparzialmente su tutti allo stesso modo, ed è auto esecutiva, non richiedendo alcuna legislazione umana emanata da congressi o parlamenti. Sì il karma è sen’altra un fattore, ma non l’unico fattore che agisce sulla nostra vita. Lo stato del nostro essere rispetto all’abbondanza che si trova a nostra disposizione, è anche una questione che investe la coscienza, ed è la coscienza che determina il livello della nostra prosperità e la natura della nostra sicurezza.
D: La coscienza allora, secondo Lei, tocca il sistema economico perché tocca l’individuo che utilizza il sistema. E’ questo il motivo per cui i ricchi diventano più ricchi e i poveri diventano più poveri? Perché la coscienza di quelli che sono in cima è così enormemente diversa dalla coscienza di quelli che sono in basso?
R: Pur entrandoci anche altri fattori, è specialmente una questione di coscienza. L’attuale sistema economico sta per essere messo da parte. Presto o tardi ci sarà un riordinamento su vasta scala. Il sistema degli interessi sarà alla fine abolito in favore di un più accettabile incentivo ai profitti, ed il metodo col quale condurremo le nostre operazioni finanziarie in futuro si sposterà da un sistema di debiti ad un sistema di crediti che impedirà di finanziare le spese col debito pubblico. Ci vorrà un po’ di tempo perché questo cambiamento si attui, ma ciò avverrà, e quando si verificherà ci troveremo tutti su un terreno economicamente più solido, il che ci permetterà di vivere una vita più prospera.
Nota per chi legge: il grassetto è mio.
Grazie Paola.