Per chi ha avuto la pazienza di leggere tutto il libro, o almeno l’ultimo capitolo (“Epilogo: il grande inganno“), propongo un richiamo ad una serie televisiva che vedevo quando ero piccolo; me l’ha fatta ricordare Paolo Franceschetti, con un articolo sul suo blog che ricopio:

Ve lo ricordate anche voi?
Anni fa in Tv mandarono un telefilm, che si intitolava Il prigioniero. Qualcosa nella trama mi affascinava. Ma non riuscivo bene e capirne il senso. Parlava di una persona che veniva portata a forza in una città; una città dotata di tutte le comodità, con gente gentile… insomma un posto ideale per vivere, ma era pur sempre una prigione da cui non si poteva uscire, governata da un misterioso personaggio chiamato “Il numero 1”, di cui non si conosce l’identità. In ogni puntata del telefilm il protagonista cercava di fuggire ma alla fine della puntata veniva regolarmente acciuffato e riportato nella città. Per tentare di fuggire il protagonista si candidava addirittura a importanti cariche politiche, fino a diventare “numero tre”, e poi “numero 2”. Solo nell’ultima puntata il protagonista scopriva chi è il numero 1, comprendendo anche il motivo per cui non riesce a fuggire dalla prigione: è lui il numero 1. Il protagonista cioè è prigioniero di se stesso.

L’ultima puntata venne censurata dalla nostra televisione e non andò mai in onda in Italia.

Suggerisce qualcosa? La prima, vera rivoluzione deve avvenire fra le nostre due orecchie!