21 febbraio 2010 alle ore 14:51

Quando un bambino piccolo si fa male,  i genitori sanno che è buona pratica cercare di distrarre il bimbo al suo male, cercando di attirare la sua attenzione su qualcos’altro, giusto per i primi momenti, per passare il momento peggiore.
Mi è tornata in mente questa pratica che anche noi applicavamo (ormai i figli sono cresciuti tutti), pensando a come la TV e i media “ufficali” ci trattano, esattamente come bambini piccoli. Focalizzando la nostra attenzione su particolari, a volte anche apparentemente importanti, ci impediscono di vedere le cose dall’alto, di vedere il disegno globale,e, parafrasando gli inglesi, “to connect the dots”, connettere i puntini.E quindi, di volta in volta, tutta l’attenzione su questo o quello scandalo: “ma Veronica avrà saputo o meno della d’Addario?” “Ma Ciancimino dice il vero o il falso?” per non parlare di quando tutta l’attenzione viene catalizzata su un rigore dato o non dato alla tal partita. E sì, anche lo sport. Non crederete certo che non sia utilizzato anche lo sport, in maniera oculata, per distogliere l’attenzione delle masse, vero? Il padre di un mio amico, medaglia d’oro alle olimpiadi di… non vi dico quali, ha raccontato di come in un certo momento storico, lui e i suoi compagni di squadra fossero stati in qualche modo costretti a vincere (vi lascio immaginare le sostanze assunte) per la gravità di fatti politici concomintanti, dai quali bisognava distogliere l’attenzione.

Nelle ultime elezioni americane, per fare un altro esempio abbastanza recente, il candidato repubblicano Ron Paul, vero fenomeno del web, fu tenuto accuratamente nascosto ed emarginato dai cosiddetti “mainstream media” (tv e giornali) per impedire che la gente lo conoscesse o, quantomeno, per lasciar intendere che ogni voto per lui sarebbe stato un voto perso, visto che non aveva possibilità di vincere. Ricordo come ad un certo punto delle primarie si fosse qualificato al terzo posto, e Fox news riuscì addirittura a non citarlo! Disse i primi due e il quarto.

Nella stessa occasione la “bufala” della falsa nazionalità USA di Barak Obama servì a distogliere l’attenzione dagli altri candidati e a concentrare l’attenzione dei media su di lui: sarà o non sarà americano? Potrà o non potrà essere eletto? Intanto tutto questo “gossip” serviva a distrarre le masse dai veri problemi: due guerre di aggressione ingiuste, un deficit spaventosamente crescente, spese militari folli, nessuna indagine sugli attentati dell’11/9, nessun controllo sul sistema bancario e sull’emissione di moneta dal nulla da parte dell’organismo PRIVATO denominato Federal Reserve.

Quando si butta la TV, non si leggono più i giornali, e ci si documenta autonomamente, succede una cosa meravigliosa, non subito, un po’ alla volta: la fessura attraverso la quale ci avevano insegnato a vedere la realtà si allarga, si vede un po’ alla volta il disegno più grande, si riescono a fare i collegamenti, si “collegano i puntini”, e ne viene fuori, chiarissimo, il disegno criminale sottostante. Provare per credere.

Per questo possiamo affermare con sicurezza che il miglior modo per nascondere e camuffare una dittatura è la democrazia, qualora si controllino i mezzi di informazione.